Rincari Tari, in cento sotto al Comune: “Spiegateci i motivi”

27 ottobre 2023 | 12:37
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Rincari Tari, in cento sotto al Comune: “Spiegateci i motivi”

Reggio Città Aperta chiede di “conoscere i reali motivi dell’incremento dei costi, dato che la motivazione dell’inflazione non regge”

REGGIO EMILIA – Un centinaio di persone si sono ritrovate ieri sera sotto il Comune per chiedere conto al sindaco Luca Vecchi del motivo per il quale gli aumenti applicati alla seconda rata della Tari non siano trasparenti e ben oltre il tasso Istat (5,7% parziale 2023).

Scrive Reggio Città Aperta: “Lo stesso sindaco, peraltro, aveva dichiarato lo scorso 27 aprile che eventuali aumenti della Tari non avrebbero comunque superato il tasso di inflazione e che vi sarebbero stati possibili risparmi derivanti per qualsiasi utenza dall’applicazione della tariffa puntuale, proporzionata alla quantità dei rifiuti conferiti”.

Gli interventi, tra i quali quello di Stefano Ferrari di Reggioripuliamoci e dei consiglieri comunali Fabrizio Aguzzoli e Filippo Ferrarini, hanno ribadito che “la Tari applicata non è una tariffa puntuale e non incentiva a produrre meno indifferenziato: sotto i 18 svuotamenti non ci sono vantaggi. Non a caso, come conferma il recente rapporto di Legambiente, Reggio è una delle città che producono più rifiuti”.

Scrivono gli organizzatori: “E’ sorprendente che un sindaco dedichi ben sei post alla cittadinanza onoraria di Zucchero e neanche una riga per spiegare i motivi degli aumenti della Tari, in plateale contrasto con quanto da lui pubblicamente affermato”.

Ecco le richieste di Reggio Città Aperta di cui i consiglieri si faranno latori: “Anzitutto, conoscere i reali motivi dell’incremento dei costi, dato che la motivazione dell’inflazione non regge. Una vera tariffa puntuale senza pasticci come quella attuale, dove i comportamenti virtuosi sono incentivati. Una raccolta non basata su appalti al massimo ribasso che sfruttano il lavoro e offrono un mediocre servizio. Controlli seri e sistematici su quanto fuoriesce dall’impianto Forsu di Gavassa”.