Agende Rosse esce dalla Consulta per la legalità: “E’ un fallimento”

7 gennaio 2023 | 19:10
Share0
Agende Rosse esce dalla Consulta per la legalità: “E’ un fallimento”

Si chiede il gruppo Rita Atria di Reggio Emilia e provincia: “A cosa serve? Per cercare di governare i fenomeni o per dare l’idea all’opinione pubblica che qualcosa si sta facendo?”

REGGIO EMILIA – “A cosa servono Commissioni e Consulte? Per cercare di governare i fenomeni o per dare l’idea all’opinionepubblica che qualcosa si sta facendo?”. Se lo chiede il gruppo Agende Rosse Rita Atria di Reggio Emilia e provincia che ha deciso di dimettersi dalla Consulta provinciale per la legalità.

Scrive Agende Rosse: “In questa Consulta volevamo esserci per lavorare insieme, spinti dalla necessità e dal desiderio di costruire un “noi”, insieme alla comunità dei cittadini, lavorando per loro e insieme a loro. Ne usciamo, anche da qui, come testimoni di quello che per noi è un fallimento, ma sereni e certi di aver dato il nostro contributo per cercare di cambiare le cose”.

Agende rosse spiega che alla Consulta avevano aderito “con convinzione. Credevamo che questa struttura potesse generare una forte spinta tesa ad affrontare un vero percorso culturale sul tema del contrasto alla criminalità organizzata, proprio in virtù della qualità dei soggetti coinvolti al tavolo e nei gruppi tematici e anche per le dichiarazioni fatte dai vari rappresentanti istituzionali”.

E aggiunge: “Col passare dei mesi (e degli anni), abbiamo però capito che ilpassaggio alla “fase nuova”, come disse l’allora presidente della Provincia Manghi, consisteva nell’attendere la partenza di un vecchio autobus, però senza autista e senza una destinazione precisa. Dal 2018 ad oggi solo 7 incontri, troppo pochi se pensiamo che la nostra regione è stata classificata come distretto di mafia dal procuratore Generale della Corte di Appello di BolognaLucia Musti”.

Secondo Agende Rosse alla Consulta “manca una segreteria organizzativa e una figura dedicata a facilitare le comunicazioni tra i partecipanti e la messa in rete delle idee. inoltre non è stato mai redatto un verbale e le poche proposte esterne che sono state fatte, come ad esempio quella dellaCgil di invitare il procuratore Paci e il prefetto Rolli al tavolo, sono cadute nel vuoto più assoluto”.

Agende Rosse scrive che aveva anche invocato laconvocazione urgente della Consulta in seguito alle “gravi recenti dichiarazioni del candidato a sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, fatte a Reggio Emilia in presenza di una consigliera comunale di maggioranza. Questo denota l’investimento piuttostoscarso che è stato fatto in questi anni su questo organismo, spinto forse da un’idea approssimativa e confusa su come affrontare il tema nel nostro territorio”.

Si chiede Agende Rosse: “Oppure da un’idea molto chiara e precisa su come deve funzionare una Consulta? Chissà…Sperpero di un patrimonio di cultura e conoscenza. I gruppi di lavoro sono rimasti al palo, nonostante l’impegno profuso di qualche referente esperto. Infine la costituzione della cabina di regia ristretta per facilitare il lavoro e il confronto, si è verificata un inutile e fallimentare tentativo di rilanciare un lavoro che non è mai partito”.

Eppure le premesse per fare un buon lavoro c’erano tutte a partire dal comitato scientifico composto da figure del calibro diStefania Pellegrini,professore associato di Sociologia del diritto e del corso “Mafie e antimafia” all’Università di Bologna, edEnzo Ciconte, studioso dei fenomeni di infiltrazioni mafiose al nord, consulente per la Commissione parlamentare antimafia (cfr. portale Comune di Reggio Emilia), oltre ovviamente a tutti i validi rappresentanti del tavolo.

Conclude Agende Rosse: “La nascita dello Sportello legalità e giustizia del Comune di Reggio Emilia, che noi di Agende Rosse abbiamo accolto con interesse, pur non essendo stato frutto del lavoro della Consulta. Pensavamo portasse quel dinamismo necessario tra i componenti, ma il problema della mancanza di coordinamento da parte del Comune è evidente”.