Appalti “pilotati”, il M5S: “Qui è normale violare le regole”

16 settembre 2020 | 15:13
Share0
Appalti “pilotati”, il M5S: “Qui è normale violare le regole”

I pentastellati chiedono un consiglio comunale straordinario e la sospensione dei dirigenti indagati

REGGIO EMILIA – La sospensione dei dirigenti coinvolti ancora in servizio, l’impegno a costituirsi parte offesa in un eventuale processo e una seduta straordinaria del Consiglio comunale, dove il sindaco Luca Vecchi esprima pubblicamente la sua posizione sulla vicenda. Oltre ad un “forte segnale di discontinuita’”, permettendo ad esempio alle forze di opposizione di esprimere un proprio rappresentante (non retribuito) negli organi direttivi delle societa’ partecipate.

Sono le richieste avanzate dal Movimento 5 stelle di Reggio Emilia all’indomani della bufera giudiziaria che ha investito il Comune, dove in 26 tra dirigenti in carica (come Lorenza Benedetti, Roberto Montagnani e il comandante della Polizia locale Stefano Poma), ex posizioni dirigenziali (Santo Gnoni accusato di corruzione) e funzionari vari anche delle societa’ collegate all’ente (e’ il caso di Nando Rinaldi dell’Istituzione nidi e scuole di infanzia e di Raffale Leoni, presidente dell’Asp) sono stati raggiunti da un avviso di fine indagini della Procura su un presunto sistema illecito di appalti pubblici truccati del valore complessivo di 27 milioni.

Qui, dicono i consiglieri comunali del M5s Gianni Bertucci, Fabrizio Aguzzoli e Paola Soragni “la normalita’ era non rispettare le regole, come dimostrano le nostre denunce portate avanti dal 2015 (le indagini dei magistrati sono partite nel 2016, ndr)”.

Secondo Bertucci, “c’e’ un enorme problema di mancata concorrenza che va risolto e che negli anni ha portato il Comune ad avere un gruppo di dirigenti nominati solidale, inattacabile e fedelissimo, su cui l’amministrazione poteva mettere la mano sul fuoco”. Continua Aguzzoli: “Seguendo il nostro stile istituzionale noi crediamo nella presunzione di innocenza e non scagliamo croci su nessuno. Ma non puo’ passare il messaggio che chi viene eletto per gestire la cosa pubblica lo faccia al di la’ di ogni regola e controllo, favorendo amici e amici degli amici” (fonte Dire).

A questo punto, aggiunge il consigliere, “ci chiediamo se il sindaco e la giunta avessero davvero il controllo della macchina comunale o se a guidarla non fossero funzionari mai eletti dai cittadini”. Paola Soragni, che nei mesi scorsi ha sollevato con degli esposti anche il tema delle presunte irregolarita’ nelle nomine di 14 posizioni dirigenziali a tempo determinato, assunte dall’amministrazione senza gara pubblica, reclama infine “trasperenza” e domanda anche “che il Comune si avvalga di un legale per l’accesso ai fascicoli giudiziari e valuti provvedimenti disciplinari nei confronti dei dirigenti indagati”.