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False fatture, spunta il nome della Dimora d’Abramo

21 febbraio 2024 | 16:17
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False fatture, spunta il nome della Dimora d’Abramo

Due società cartiere coinvolte nell’inchiesta Minefield avrebbero emesso fatture per 70mila euro in favore della coop che si occupa dell’accoglienza migranti

REGGIO EMILIA – C’è anche la Dimora d’Abramo fra le società che avrebbero usufruito delle false fatture emesse dal Team Reggio, l’organizzazione di calabresi e campani finita nel mirino della procura con l’inchiesta “Minefield”, campo minato. La società cartiera New Era Srl avrebbe emesso, in suo favore, una fattura “da considerarsi inesistente”, nel 2018, per 24mila e 382 euro, mentre un’altra società cartiera, la Emil Sistem srl, avrebbe emesso un’altra fattura da 45mila e 850 euro. Settantamila euro in tutto, quindi.

Non è la prima volta che la Dimora D’Abramo finisce nel mirino degli inquirenti per una vicenda di false fatture. La coop era già finita nell’inchiesta Perseverance, coordinata dal pm della Dda di Bologna, Beatrice Ronchi e condotta da polizia e Finanza relativa a soggetti che si sarebbero rivolti a società riconducibili alla ’ndrangheta per emettere fatture false nei loro confronti e abbattere così il carico fiscale.

La Dimora D’Abramo, lo ricordiamo, è una cooperativa di Reggio specializzata nella gestione e nell’accoglienza dei migranti. La Finanza, un anno fa, aveva messo nel mirino nove fatture fra il 2018 e il 2019, inserite nelle dichiarazioni annuali d’imposta, per un importo complessivo di 59mila e 900 euro. Le fatture erano state emesse dalla Daara srls, dalla Emil System srls e dalla Ellepi Z. Technology, ritenute dagli inquirenti le ’cartiere’ della cosca.

Tornando all’operazione “Minefield” New Era ha sede a Felino (Parma) e, come oggetto, sociale, ha la “fabbricazione di oggetti in ferro, in rame e altri metalli”. Il capitale sociale risulta totalmente posseduto da un 45enne di Crotone con domicilio fiscale a Reggio Emilia e, nel ruolo di amministratore unico, si sono succeduti un cremonese 34enne di origini cutresi e un crotonese di 45 anni, entrambi gravati da precedenti di polizia.

Nell’ordinanza si legge che “la società è sicuramente coinvolta nelle attività di emsisisone di fatture per operazioni inesistenti per creare crediti iva fittizi come emerge, in primo luogo, dalle intercettazioni telefoniche”. In secondo luogo “vi sono ulteriori elementi indiziari che confermano la natura non operativa della compagine societaria e quindi la fittizietà delle operazioni rappresentate nei documenti fiscali e nei bilanci”.

Gli inquirenti fanno poi notare la sproporzione fra le fatture emesse e ricevute dalla New Era nel 2019 dove “a fronte di un fatturato di 5 milioni e 385mila euro, sono state ricevute fatture per 2mila e 742 euro”.

Il capitale sociale della Emil Sistem, che si occupa di lavori di meccanica generale è sempre detenuto dalla stessa persona che lo deteneva per la New Era e anche l’amministratore unico è lo stesso.