False fatturazioni, la mano delle cosche calabresi su Reggio

21 febbraio 2024 | 10:26
Share0
False fatturazioni, la mano delle cosche calabresi su Reggio

Si legge nelle intercettazioni: “C’è una parte di ‘ndrangheta, ci autorizzano loro”. E ancora: “Quello ha sposato la figlia di Nicolino Grande Aracri”. Il ruolo di Passione Motori srl

REGGIO EMILIA – Un’organizzazione stabile, composta da “capi” e “promotori”, individuati nei “fratelli Gionata e Samuel Lequoque (entrambi crotonesi ma da tempo residenti a Reggio), mentre la figura apicale, con capacità organizzative e autonomia decisionale, è stata individuata in Leonardo Ranati”. I tre, che si trovano ora in carcere, si facevano chiamare “Team Reggio”.

E’ quel che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare del Gip Luca Ramponi relativamente all’indagine “Minefield”, campo minato, condotta dai Finanzieri del comando provinciale di Reggio Emilia e dai carabinieri, che ieri ha portato all’arresto di 12 persone (5 in carcere e 7 ai domiciliari).

La nostra città, secondo gli inquirenti, sarebbe stata la base operativa di un’organizzazione, dedita prevalemente alle false fatturazioni ad opera di calabresi originari di Cutro, professionisti calabresi e campani, soggetti nativi di Reggio Emilia e altri originari della Provincia di Foggia. La sede fisica, a Reggio Emilia, sarebbe stata costituita della Società Passione Motori s.r.l., in via Martiri di Cervarolo che, sul suo sito, viene definita “una concessionaria di auto di prestigio”.

Per i capi dell’organizzazione è stata disposta la custodia cautelare in carcere, stessa misura anche per Spryridon Lempesys, considerato il principale organizzatore della rete estera di società. Ai domiciliari, invece, i partecipi o prestanome: Stefania Greco, che teneva la contabilità dell’organizzazione; Francesco Campaniello, Giovanni Battista Moschella, che era anche consigliere dei vertici, Giambattista Di Tinco, Emilio Francesco Anastasio, Enrico Cavalli, Guido Cigni e Federico Angelo Ciasullo.

E’ stata disposta invece la misura interdittiva per il commercialista reggiano Roberto Vecchioni “indiziato di aver offerto la propria disponibilità al sodalizio del quale conosce le finalità illecite”, e il collega di Parma Gianfranco Grande. Non potranno esercitare la professione per un anno. In totale, sono 108 gli indagati e 81 le società coinvolte.

fatture

Nell’ordinanza si legge che l’attività “criminosa” svolta nella società “è stata accertata, a livello di piena prova indiziaria, sia sulla scorta delle risultanze della attività tecnica di intercettazione (anche ambientale in ragione della autorizzazione specifica correlata alla probabilità, che ha trovato pratica effettiva conferma che all’interno dei locali aziendali fosse in corso attuale attività criminosa), sia dei riscontri ottenuti –anche con riguardo alla identificazione dei presenti e conversanti – mediante sopralluoghi ed appostamenti, nonché dalle registrazioni effettuate attraverso l’impianto di videoregistrazione installato nei pressi della sede della predettasocietà (con riprese in luogo pubblico e quindi pienamente utilizzabili)”.

Il nome del crotonese Samuel Lequoque non è nuovo alle cronache reggiane dato che il 39enne è già stato coinvolto, sempre per quel che riguarda le false fatturazioni, nell’inchiesta Billions. Per quel procedimento ha patteggiato un anno e quattro mesi in abbreviato nel gennaio del 2021.

Che la ‘ndrangheta possa essere coinvolta in questa indagine lo si può evincere da una conversazione telefonica, intercettata, fra Ranati e una persona che starebbe cercando di assoldare come testa di legno in cui dice: “Appunto cioè.. appunto siam noi che.. che decidiamo, noi abbiamo la massima protezione, cioè se siamo.. a livello uno che è Aracri.. noi siamo leggermente tanto così sotto all’uno, quindi noi abbiamo la massima protezione”. Al che l’interlocure gli chiede: “Quindi sei sotto alla ndrangheta?”. Ranati risponde: “Sì non è una ndrangheta vera e propria perché non è una vera e propria, c’è una parte di ndrangheta che, diciamo così, ci consente di fare certe operazioni, autorizzate da loro..”.

Che l’organizzazione sia dedita alle false fatturazioni risulta chiaramente da una conversazione intercettata tramite un “captatore informatico” sullo smartphone di Ranati: ” Tra parentesi. Facciamo fatture false?! Punto! Facciamo fatture false, le faccio io, me la prendo io la responsabilità, la mia, mica è la tua …incomprensibile… perché non è che dobbiamo fare, tra parentesi, i bonifici con il suo culo o con il culo mio, se siamo nella merda siamo nella merda tutti…”.

fatture

Rapporti con la ‘ndrangheta emergono sempre da un’altra intercettazione in cui Leonardo Ranati e Samuel Lequoque parlano di un biondino da reclutare e di lui dicono: “Quello lì ha sposato la figlia di “mani di gomma” (Nicolino Grande Aracri, capobastone dell’omonima cosca calabrese)

Si legge poi nell’ordinanza: “Strumenti operativi per la realizzazione dello scopo comune del sodalizio risultano essere la società Passione Motori s.r.l. presso la cui sede è di fatto istituito l’ufficio operativo per la gestione coordinata dell’intero gruppo di compagini societarie dipendenti dal sodalizio. Risulta anche il luogo dove si svolgono le riunioni tra i compartecipi in diverse occasioni e da dove i “capi” e gli organizzatori inviano le direttive ai sodali con mansioni esecutive o, spesso, anche direttamente dispongono bonifici e fanno compilare i documenti fiscali per operazioni inesistenti. In secondo luogo le seguenti società utilizzate come “cartiere” dal sodalizio. In terzo luogo in società estere, segnatamente situate in Bulgaria per quanto accertato in corso di indagine e utilizzate sia all’interno degli schemi fraudolenti tipici delle “frodi carosello” infracomunitarie, sia come destinatarie dei flussi di danaro”.