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La Cassazione: saluto fascista non è reato se commemorativo

18 gennaio 2024 | 18:21
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La Cassazione: saluto fascista non è reato se commemorativo

Casapound esulta: “Vittoria storica”. Per essere perseguito penalmente dovrebbe accompagnarsi alla volontà di ricostituire il partito fascista

ROMA – La Cassazione ha stabilito che il saluto fascista (o romano) durante una commemorazione non costituisce reato, a meno che sia accompagnato dall’intenzione esplicita di ricostituire il partito fascista. La decisione è stata accolta positivamente dall’avvocato Domenico di Tullio, difensore di alcuni imputati sorpresi durante la commemorazione di Sergio Ramelli a fare il saluto fascista nel 2016.

CasaPound celebra la decisione definendola una vittoria che pone fine a varie accuse e polemiche suscitate dopo la commemorazione di Acca Larenzia. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che aveva manifestato interesse nell’attesa della decisione, non commenta direttamente, ma la presidenza del Senato sostiene che la decisione della Cassazione “si commenta da sola.”

Le Sezioni Unite della Corte suprema di Cassazione hanno precisato che la condotta durante una manifestazione pubblica, con il saluto fascista e la risposta alla “chiamata del presente”, costituisce reato solo se sussiste un concreto pericolo di riorganizzazione del partito fascista, vietato dalla Costituzione. In determinate circostanze, potrebbe configurarsi anche il reato previsto dalla legge Mancino, vietando manifestazioni esteriori di gruppi che incitano alla discriminazione o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.