Editoriali

I botti di Capodanno e le gride manzoniane

1 gennaio 2024 | 18:18
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I botti di Capodanno e le gride manzoniane

Inutile emanare provvedimenti se poi non ci sono controlli: meglio sarebbe concentrarsi sul degrado provocato dai “bravi” in centro storico

REGGIO EMILIA – Diciamoci la verità, la disposizione regionale, ripresa anche da un’ordinanza del Comune, che vietava i botti e i fuochi d’artificio nel giorno di Capodanno, come misura antismog, ricorda le celebri gride manzoniane.

Si trattava, sostanzialmente, di disposizioni emesse con titoli altisonanti, con linguaggio contorto e articolato, in cui venivano annunciate pene assai severe per coloro che non le avessero rispettate, ma che poi, nella realtà, venivano ampiamente disattese.

E’ quello che, regolarmente, è successo nella notte di Capodanno con i reggiani che, come tutti possono aver notato, se ne sono bellamente fregati, mentre nel ruolo dei “bravi” avevamo, sotto l’isolato San Rocco, bande di giovani che tiravano petardi e vandalizzavano auto nei dintorni e negozi.

Il fatto è che non ha alcun senso emanare questo tipo di provvedimenti. Primo perché non possono certo essere due ore di botti e fuochi d’artificio che peggiorano un inquinamento reso drammatico, particolarmente d’inverno, dalla quantità delle auto in circolazione, dalle emissioni delle fabbriche e dal riscaldamento delle case.

Secondo perché, come chiunque può capire, è assolutamente inutile emanare provvedimenti come questo che, di fatto, nessuno può controllare. Sarebbe infatti interessante sapere quante sanzioni sono state date ai trasgressori. Meglio sarebbe, soprattutto alla luce di vandalismi di ieri sera, concentrarsi sul degrado che sta vivendo, oramai da anni, il nostro centro storico. In particolare nella zona fra i due teatri, ovvero in quello che dovrebbe essere il “salotto buono” della città.

Paolo Pergolizzi