Mafie, Riccò: “Ci fu scarsa attenzione alla questione della legalità”

10 novembre 2023 | 17:59
Share0
Mafie, Riccò: “Ci fu scarsa attenzione alla questione della legalità”

L’ex segretario della Cgil: “E’ mancata la capacità di iniziativa. Poi ci si è rifugiati nella retorica. Sulle false fatturazioni le associazioni di categoria non fanno abbastanza”

REGGIO EMILIA – “La questione della legalità non è stata affrontata in sede politica come avrebbe dovuto essere fatto. Io avrei preteso una riunione di carattere politico, anche perché si vedevano tutti i giorni dei cantieri che prendevano fuoco, con camion e auto che bruciavano”.

L’ex segretario della Cgil, Gianfranco Riccò, critica i Ds e il Pd per la sottovalutazione delle infiltrazioni mafiose nell’intervista concessa a Reggio Sera, ma lo fa anche nel suo libro “Quel che resta di Reggio Emilia, storie di reggiani e malfattori”, appena uscito, edito da Editrice Socialmente, in cui ripercorre le tappe del radicamento della ‘ndrangheta nella nostra provincia.

Dice Riccò: “La grande espansione edilizia certo non è stata fatta in funzione delle organizzazioni mafiose, ma sta di fatto che è stata sottovalutata. Poi è vero che è difficile affrontare una situazione come questa. Putroppo noi abbiamo conosciuto l’ingresso della ‘ndrangheta organizzata nella nostra provincia in un periodo in cui è cambiato il mondo e, nel libro, cito l’aumento vertiginoso della popolazione reggiana e il fatto che è cambiata l’economia e la politica”.

resta

Continua l’ex segretario della Cgil: “Nel 2009 venne qui Nicaso nel 2009 (un esperto di ‘ndrangheta) e disse: ‘A Reggio ci sono dei mafiosi e voi dormite’. Lì gli fu replicato che noi avevamo gli anticorpi. La questione è esplosa due anni dopo quando ci fu un contrasto tra Sonia Masini (allora presidente della Provincia, ndr) e Graziano Delrio (allora sindaco, ndr). La Masini organizzò, con il consorzio Oscar Romero, il primo festival della legalità e il Comune di Reggio non diede il patrocinio. C’era un problema politico, tanto che la Masini disse: ‘Io avevo chiesto al segretario del partito di fare una riunione del partito per discutere con Delrio di queste cose’. Ma non si fece”.

Aggiunge Riccò: “Diciamo che è mancata la capacità di iniziativa su questi temi. Poi ci si è rifugiati nella retorica. Si diceva: ‘noi siamo contro le mafie, noi abbiamo la schiena diritta’”.

Ma ce n’è anche per le associazioni di categoria imprenditoriali. Continua Riccò: “Questa è una mafia che è cambiata. E’ diventata affarista. Penso, in particolare, al sistema delle false fatturazioni che sono compagne dell’evasione fiscale e che hanno interessato anche imprenditori reggiani. Ecco, su questo tema credo che le associazioni di categoria non facciano abbastanza”.

E per quel che riguarda l’atteggiamento dei politici di oggi nei confronti della criminalità organizzata, Riccò conclude: “C’è più attenzione oggi, ma tra l’attenzione e ciò che concretamente si è in grado di fare, ce ne passa. Per esempio ci vorrebbe una maggiore collaborazione tra organi dello stato ed enti locali. Pur nella loro autonomia, dovrebbero procedere insieme ad affrontare certe cose”.