Messe abusive: interdetti due sacerdoti

REGGIO EMILIA – Dopo due anni di richiami, la diocesi di Reggio Emilia e Guastalla ha preso misure contro i sacerdoti Claudio Crescimanno e Andrea Maccabiani, imponendo loro il “divieto di esercitare qualsiasi attività ministeriale in qualsiasi forma”. Ulteriori violazioni potrebbero comportare sanzioni più gravi.

Questa vicenda, che ha avuto inizio nel 2021, in piena pandemia, riguarda i due sacerdoti che hanno celebrato messe considerate “irregolari” per varie ragioni, tra cui l’assenza di misure anti-Covid come l’uso delle mascherine. Queste messe non autorizzate si svolgevano rigorosamente in latino presso una cooperativa agricola sui colli di Casalgrande Alto, attirando fedeli anche da Sassuolo, città vicina, e portando a diffide e segnalazioni alle parrocchie al di là del confine reggiano.

Il caso è esploso alla fine del 2021 quando la comunità è stata segnalata alla curia come sospetta dai fedeli cattolici. I seguaci all’epoca sostenevano il loro credo lefebvriano, in linea con le idee tradizionaliste dell’arcivescovo francese Marcel FranÇois Lefebvre, noto per la sua opposizione alle riforme del Concilio Vaticano II. La diocesi di Reggio Emilia ha subito emesso una diffida per il gruppo casalgrandese, causando anche polemiche politiche.

Il vescovo di Reggio Emilia, Giacomo Morandi, ha firmato il provvedimento, avvertendo che ulteriori trasgressioni potrebbero comportare sanzioni più severe. Don Crescimanno rischierebbe l’interdizione, che impedirebbe sia la celebrazione che la ricezione dei sacramenti, mentre il sacerdozio di don Andrea Maccabiani è sospeso e l’assoluzione nella confessione è in pericolo. Il vescovo conclude il provvedimento con una nota di speranza, sottolineando che i sacerdoti hanno ancora l’opportunità di conformarsi alle norme della comunione cattolica.