Infortuni mortali sul lavoro, i sindacati: “Ora basta”

6 ottobre 2023 | 15:53
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Infortuni mortali sul lavoro, i sindacati: “Ora basta”

Cgil, Cisl e Uil promuovono un presidio di protesta davanti alla prefettura in via Garibaldi giovedì 12 ottobre dalle 9 alle 12

REGGIO EMILIA – “Tre infortuni gravissimi, di cui due mortali, in tre giorni. Così non può continuare”. L’ultimo in ordine di tempo riguarda un operaio 68enne deceduto a Guastalla stamattina. Cgil, Cisl e Uil denunciano “la grave situazione rispetto alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che si sta verificando nella nostra Provincia” e promuovono un presidio di protesta davanti alla prefettura in via Garibaldi giovedì 12 ottobre dalle 9 alle 12.

Una denuncia che segue il richiamo fatto nei giorni scorsi dai sindacati reggiani per un maggior impegno e più responsabilità da parte degli attori istituzionali.

Scrivono Cgil, Cisl e Uil: “Gli strumenti ci sono ma bisogna agirli a partire dai protocolli: istituzioni e associazioni datoriali non possono continuare ad ignorare che siamo nel mezzo di una situazione senza precedenti e che, come tale, merita interventi all’altezza della sua gravità. Dobbiamo fare, tra le altre cose, fronte comune per chiedere al governo più ispettori sul territorio e miglioramenti organizzativi che mettano gli attuali nelle condizioni di procedere al meglio”.

In tutto il 2022 è stata accertata la morte di 606 persone a causa di incidenti sul lavoro nel nostro Paese: una media di quasi due vittime al giorno, come ha attestato anche l’Inail. Non va meglio nel 2023 dove da gennaio a giugno sono state già 450 le denunce relative a episodi di infortuni mortali. A livello nazionale il fronte sindacale è compatto nel chiedere finanziamenti al Governo e lo sblocco di due miliardi di euro che giacciono nelle casse dell’ Inail e potrebbero essere spesi per finanziare la formazione su prevenzione e salute e sicurezza a partire dalle scuole.

Continuano i sindacati: “Inoltre, è necessario inasprire le sanzioni amministrative e penali nei confronti delle imprese che, in nome del profitto, reiterano comportamenti in spregio alla sicurezza. I dati nazionali trovano conferma anche sul nostro territorio a partire dai settori tradizionalmente più esposti come quello dell’edilizia”.

Cgil, Cisl e Uil puntano il dito anche sulla precarietà del lavoro e la deregolamentazione del sistema degli appalti: “Le imprese tendono a far cassa anche sulla prevenzione e la formazione ormai, ritenendo la salute e sicurezza un costo e non un dovere, oltre che un investimento”.