Il cantiere del Pd, un’alleanza larga per vincere al primo turno

25 agosto 2023 | 16:22
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Il cantiere del Pd, un’alleanza larga per vincere al primo turno

I Dem reggiani guardano al modello Lepore: le prove per una coalizione che va da Azione a Rec, in cui potrebbero trovare posto anche i Cinque stelle

REGGIO EMILIA – Per capire quale potrebbe essere la futura alleanza di centrosinistra nella primavera del 2024, può essere utile guardare la composizione del dibattito “Cantiere 2024: inizio lavori” andato in scena ieri sera alla Festa del Pd. Erano presenti Claudio Bigi, di Azione, Duilio Cangiari, di Europa Verde, Emanuele Cavallaro del Pd, Alessandro Miglioli di Possibile, Federico Pizzarotti di +Europa, Alex Scardina del Psi, Elena Mazzoni del M5S e Cosimo Pederzoli di Sinistra Italiana.

Se il cantiere progredirà, lo dirà solo il futuro, ma ieri sera potrebbero essere state messe le fondamenta per un percorso che va dalla sinistra più estrema, passa dai Cinque stelle e arriva al centro, che potrebbe però lasciare fuori, a quanto pare, Italia Viva e che mira a vincere al primo turno le elezioni amministrative, anche se poi non sarà facile tenere insieme una coalizione che spazia da Rec ad Azione.

Il Pd reggiano, con questo tentativo, sta cercando di seguire il modello Lepore che è risultato vincente a Bologna dove il suo candidato è passato al primo turno con il 62% due anni fa. E’ spinto a farlo dai sondaggi che darebbero un buon risultato elettorale a una coalizione che si sta formando alla sua sinistra, ovvero quella che vede insieme Coalizione civica, il Movimento 5 Stelle, Sinistra italiana e Rec. Una coalizione che i Dem vorrebbero sabotare.

I nomi che incuriosiscono di più, infatti, nel dibattito di ieri sera sono quelli di Sinistra italiana e dei Cinque Stelle. I pentastellati, come noto, alle scorse elezioni hanno corso da soli con un proprio candidato. Quest’anno le cose potrebbero andare diversamente. Ci sono malumori dentro ai pentastellati locali e non tutti sono d’accordo con una possibile alleanza con il centrosinistra, ma la Mazzoni, presente ieri sera, è pur sempre la coordinatrice provinciale del partito.

C’è poi Sinistra italiana che, insieme ai pentastellati, era appunto in predicato di formare un aggregato a sinistra con Coalizione civica, Rec e i Cinque stelle. Questo progetto si complicherebbe nel caso che il modello Lepore fosse replicabile a Reggio, perché i pentastellati che sono entrati in dissidio con Conte non potranno usare il simbolo del partito e perché Sinistra italiana pare intenzionata a dialogare di un possibile accordo con il centrosinistra portandosi dietro Rec che, alle ultime elezioni, aveva corso un proprio candidato.

I diretti interessati mettono le mani avanti e non si sbottonano troppo.

Cosimo Pederzoli, referente cittadino di Sinistra italiana, dice a Reggio Sera: “Ero ospite come Sinistra italiana e ho parlato per Sinistra italiana, ma, dato che faccio parte del coordinamento di Reggio Emilia in Comune, porterò alcuni punti di riflessione a loro per decidere cosa fare. Se ci fosse una dinamica simile a quella che ha portato ad eleggere Lepore a Bologna, potremmo starci. Porteremo all’attenzione del Pd dei punti, in ottobre, che consideriamo imprescindibili per un’alleanza. Questa, però, ci tengo a sottolinearlo, è una scelta che farà Reggio Emilia in Comune. Aggiungo che, se si allarga il perimetro, a questo punto potrebbe starci dentro anche Coalizione civica a questa alleanza. Voglio aggiungere che, se ci dovesse essere un totale ammiccamento a Italia viva, o una situazione che porti ad escludere Rec, la nostra strada sarebbe un’altra. Non è scontato, quindi, che questo matrimonio avvenga”.

Giuliano Gualandri, presidente di Rec, aggiunge: “Rec è una realtà composita in cui c’è anche Sinistra italiana, ma, per dire, c’è anche Potere al Popolo. Ci confronteremo. Sicuramente, per quel che riguarda la scelta del candidato, siamo più interessati a un piano di primarie che a una scelta a tavolino fatta da parte del Pd. La pregiudiziale, sicuramente, è su Italia Viva. A me, poi, interessano i temi, ovvero quale sarà l’Agenda 2030. Finché la sinistra storpierà i concetti di destra, non va bene. Bisogna spostarsi più a sinistra. Nel 2019, al secondo turno, abbiamo sostenuto Vecchi. Però vorremmo puntare più in alto per un governo più di sinistra per Reggio Emilia”.

Dario De Lucia, di Coalizione civica, è molto netto: “Non ci sono interlocuzioni in corso con il Pd. Noi stiamo lavorando, da più di un anno, a un processo differente. La coalizione allargata la vogliono i Verdi. Poi certo, se il Pd rinuncia ad imbarcare i pezzi più liberali che tendono a destra e se c’è un percorso che va ad escludere le forze più centriste e si va verso un candidato con il profilo di un Lepore, di cui non si vede traccia all’orizzonte, se ne potrebbe parlare. Ma, per ora, mi sembra che stiamo parlando di fantascienza. Noi vogliamo un candidato civico che non abbia avuto a che vedere con l’azione di governo della città negli ultimi anni, lo stop alle esternalizzazioni e un’autocritica da parte del Pd a tutti questi anni di governo di Reggio”.

Per ultima Elena Mazzoni, coordinatrice provinciale del M5S, dice: “Non so a cosa possa portare il dialogo iniziato ieri sera. Al momento le cose mi sembrano un po’ acerbe per tutti. Ma ho notato che c’era molto apprezzamento per il M5S. E’ stato sicuramente un momento di confronto iniziale interessante. Credo che ci siano molte idee che possono essere in comune e possono essere condivise. Ci fa piacere, per esempio, quando le altre forze politiche sposano le nostre idee, a partire dal salario minimo. Noi portiamo avanti i nostri temi e poi, se ci saranno dei margini per costruire un progetto condiviso, ben vengano. Su Reggio è appena nato il nostro gruppo territoriale ed è molto numeroso. La leadership di Conte ha portato nuove energie tra le persone”.