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Bellini: “Caruso di parte, per me è il cambogiano”

29 giugno 2023 | 18:22
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Bellini: “Caruso di parte, per me è il cambogiano”

Nelle intercettazioni insulti al giudice e minacce al figlio

REGGIO EMILIA – Francesco Caruso, presidente della Corte d’Assise di Bologna, “non era un giudice terzo ma di parte, difatti io lo chiamo ‘il cambogiano'”. Così l’ex esponente di Avanguardia nazionale Paolo Bellini si riferiva, in una conversazione intercettata, all’ex presidente del Tribunale bolognese, che ha appunto presieduto anche la Corte d’Assise che l’anno scorso ha condannato lo stesso Bellini all’ergastolo per concorso nella strage del 2 agosto 1980.

L’epiteto di ‘cambogiano’ o di ‘Pol Pot’ è comunque solo una delle espressioni, tutte molto offensive, che Bellini rivolge a Caruso nelle intercettazioni utilizzate dalla Procura generale bolognese per chiedere e ottenere nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere. L’ex ‘Primula nera’, poi, se la prende con il giudice anche per i tempi, a suo dire troppo lunghi, impiegati per scrivere le motivazioni della sentenza (che sono state depositate lo scorso 5 aprile, quasi un anno dopo la pronuncia, datata 6 aprile 2022).

“Starà scrivendo un poema, vuole scrivere le sue memorie, vuole fare una cosa apocalittica per chiudere la sua carriera”, dice Bellini con tono ironico, appena prima di tirare in ballo il figlio del magistrato, di cui conosce sia il lavoro, sia il Paese in cui lo svolge. Paese in cui, osservano i pg e i giudici, Bellini ha trascorso parte della sua latitanza e in cui potrebbe aver conservato dei contatti, motivo per cui i suoi riferimenti al figlio di Caruso vanno considerati, per la Corte d’Assise d’appello, una minaccia molto seria.

Si apprende poi che sono state delle intercettazioni messe a disposizione della Procura generale di Bologna da parte delle Procure di Firenze e, soprattutto, di Caltanissetta, a portare la Corte d’Assise d’appello bolognese a disporre la custodia cautelare in carcere per Paolo Bellini. Lo ha fatto sapere, in conferenza stampa, il procuratore generale reggente del capoluogo emiliano Lucia Musti, precisando che l’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita questa mattina, dopo essere stata richiesta il 14 giugno e disposta il 21 (Fonte Dire)