Mafia nigeriana, condannati cinque immigrati

23 febbraio 2023 | 11:26
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Mafia nigeriana, condannati cinque immigrati

I nigeriani sono stati condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso

REGGIO EMILIA – Sono stati condannati dal tribunale di Bologna, con rito abbreviato, per associazione a delinquere di stampo mafioso, i cinque nigeriani che erano stati arrestati nel marzo del 2022 dalla polizia di Reggio Emilia nell’ambito di una operazione, coordinata dalla procura della Repubblica di Bologna, in cui erano stati arrestati dieci nigeriani per associazione a delinquere di stampo mafioso e, a vario titolo, di altri reati (rissa, lesioni, rapina) aggravati dal metodo mafioso.

I nigeriani appartenevano a due Cults, diretta promanazione delle confraternite operanti in Nigeria e precisamente “Supreme Vikings Confraternity” e “National Association of Air Lords”, conosciuta anche come  “Supreme Eiye Confraternity”.
In particolare, nel corso del 2018, nell’ambito di una indagine volta al contrasto di un traffico di sostanza stupefacente, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia (terminata con 24 arresti in flagranza di reato ed il sequestro di 110 chili di marijuana e 300 grammi di cocaina) si era scoperta l’esistenza di un contrasto in atto, culminato anche con violente aggressioni, consumate in taluni casi con l’uso di armi da taglio e sfociate in lesioni anche gravi, tra due gruppi di cittadini nigeriani appartenenti a due Cults contrapposti.

Il fascicolo era passato alla Procura della Repubblica di Bologna. Le indagini degli investigatori della Squadra Mobile hanno permesso di ricostruire, fin dall’anno 2015, la presenza ed operatività, a Reggio Emilia, della mafia nigeriana. Sono stati raccolti indizi di colpevolezza relativamente a numerosi reati consumati a Reggio Emilia, il cui movente era da attribuire a contrasti tra Cults. Per esempio, nel 2015, una violenta rissa scoppiata all’esterno della stazione ferroviaria reggiana e, poi, altri fatti, verificatisi negli anni seguenti, che avevano suscitato notevole allarme sociale, con scontri tra opposte fazioni, a causa dei quali i protagonisti avevavano subito gravi lesioni e reati contro il patrimonio, accaduti presso il complesso industriale dismesso delle ex officine Reggiane.

Quattro persone sono state condannate come appartenenti all’associazione denominata Eiye ed una, invece, appartenente alla contrapposta associazione denominata Viking. Tra i condannati, alla pena di anni 6, figura il vertice della locale Eiye che operava a Reggio e Modena, nonché un ulteriore associato che, nel corso della guerra tra i due gruppi, aveva subito uno sfregio, permanente, al viso.

La soddisfazione del questore
Scrive il questore Giuseppe Ferrari: “La questura aveva rilevato un possibile rischio di infiltrazione e radicamento dell’associazione a delinquere di stampo mafioso, di matrice nigeriana e, di concerto con le autorità giudiziarie, circondariale e distrettuale, si è mossa secondo un duplice binario, ovvero, nel breve-medio periodo è stata monitorata e poi repressa, con arresti in flagranza ed esecuzioni di misure emesse per reati fine, la criminalità nigeriana operante nelle ex officine Reggiane, ove sarebbero avvenuti gran parte dei gravissimi reati contestati, per evitarne il radicamento e, al contempo, si è voluto perseguire un ulteriore obiettivo strategico, che è stato quello di ricostruire, pazientemente, l’organizzazione del gruppo, al fine di documentare l’operatività e la struttura, che il Gip, in via cautelare prima, ed il tribunale, in sede di primo grado poi, hanno ritenuto avere i connotati della associazione a delinquere di stampo mafioso. Il fatto che i delitti siano avvenuti nelle ex officine Reggiane e che alcuni dei condannati fossero lì “domiciliati”, costituisce, inoltre, un ulteriore significativo riscontro, sulla importanza dei servizi svolti per anni dalla polizia in questo sito industriale dismesso, culminati con la definitiva bonifica e la restituzione dell’area alla città di Reggio Emilia”.