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Consulte di quartiere, Pederzoli (Si): “Ecco i costi del progetto”

6 dicembre 2022 | 17:31
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Consulte di quartiere, Pederzoli (Si): “Ecco i costi del progetto”

L’esponente di Sinistra italiana: “Nell’ultimo anno e mezzo la macchina di propaganda comunale ci ha bombardato di informazioni che non sono risultate vere”

REGGIO EMILIA – Costi per centinaia di migliaia di euro. Sono quelli spesi, secondo Cosimo Pederzoli, esponente di Sinistra italiana per il progetto delle Consulte di quartiere.

Pederzoli, che per conto di Si ha lavorato all’interno del comitato “Rivogliamo le circoscrizioni” per proporre un modello differente a quello utilizzato oggi, elenca i costi: “Ci sono i 23mila e 180 euro per la creazione della piattaforma digitale di voto tramite Spid a fronte di soli 353 accessi. A questi si aggiungono 11mila e 940 euro per 800 manifesti pubblicitari e 80mila opuscoli in parte distribuiti e in parte da diffondere entro marzo, segnati in “Comunicazione strategica”. Ci sono circa 10mila euro di costi per l’allestimento dei seggi. Attendiamo il dato sulle sponsorizzate social e la pubblicità in radio”.

Ma non e’ finita qui. Secondo Pederzoli ci sono anche i fondi europei. Scrive l’esponente di Si: “Le “Consulte di Quartiere” fanno parte del piano Euarenas, un progetto finanziato dalla Commissione Europea: secondo l’accordo di sovvenzione 959420 al Comune sono arrivati 253mila e 750 euro, a Fondazione E35 20mila euro e alla Luiss (partner tecnico scientifico del progetto “Consulte”) 412mila e 498 euro. Quanti di questi fondi sono stati destinati direttamente al conseguimento del 3,59% di affluenza?”.

E accusa: “Nell’ultimo anno e mezzo la macchina di propaganda comunale ci ha bombardato di informazioni che non sono risultate vere: laboratori di quartiere strapieni, momenti di co-progettazione affollati, resse alle presentazioni delle consulte. Come sia possibile che tutto ciò si sia tramutato in un 3,59% di affluenza è tutto da capire. Per conto di Sinistra Italiana ho lavorato all’interno del Comitato “Rivogliamo le Circoscrizioni” per proporre un modello differente, nel tempo abbiamo provato a perfezionarlo cercando una sintesi, rivelatasi impossibile, con l’idea di questa amministrazione”.

Scrive Pederzoli: “Mi ha fatto sorridere l’immediato e sornione confronto con Parma, città che nel 2018 ha raccolto un’affluenza del 2,54%. Il dato politico non è aver fatto meglio di Parma, ma è quello di averne voluto replicare il sistema pur avendo sotto gli occhi il dato fallimentare del 2018. Quello che non dicono è che molto più recentemente, cioè il 3 aprile 2022, a Ravenna si sono svolte le elezioni dei Consigli territoriali in una formula che, come Comitato, avevamo caldeggiato in prima battuta: liste di estrazione politica differenti e con progetti diversi in sfida nei quartieri. Risultato: hanno votato 7.003 degli aventi diritto, pari al 5,10% ( dato in crescita rispetto al 2017). Il doppio rispetto a Parma, più di Reggio in termini assoluti, senza contare che a Ravenna la votazione si è svolta solo ai seggi in un’unica giornata, dalle 8 alle 18, da noi dal 25 novembre al 5 dicembre”.

Conclude Pederzoli: “Gli istituti partecipativi reggiani vanno riformati. Se sommiamo le firme raccolte negli ultimi 3 anni per mozioni popolari, petizioni e interpellanze siamo a circa il doppio delle persone che sono andate a votare per le consulte. Meno della metà delle istanze popolari sono state recepite dal consiglio comunale. Reggio Emilia è quella città nella quale, per richiedere un referendum popolare, l’Amministrazione ti obbliga a presentare non meno di 7mila firme per poi vantarsi di 5.251 voti per un progetto che afferisce a tutti i quartieri cittadini. Voglio tuttavia fare un grande augurio a tutti i neo consiglieri di quartiere, spero che tramite il loro lavoro si possano apportare modifiche ad un sistema fragile come quello delle Consulte”.