E’ morto il giornalista reggiano Matteo Incerti

14 agosto 2022 | 22:43
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E’ morto il giornalista reggiano Matteo Incerti

Un malore improvviso lo ha ucciso mentre era in Ontario, in Canada, a presentare il suo libro “I pellerossa che liberarono l’Italia”

REGGIO EMILIA – E’ morto il giornalista reggiano Matteo Incerti. Lo ha ucciso, all’età di 51 anni, un malore improvviso che lo ha colto mentre era in Ontario, in Canada, a presentare il suo libro “I pellerossa che liberarono l’Italia”. Era da un paio di giorni in Canada e aveva postato foto bellissime di quei luoghi con panorami mozzafiato. L’ultimo diceva: “Cenare, con amici e amiche Ojibwa in riva al lago osservando il sole che man mano si addormenta e le voci del Bosco che spezzano il silenzio”.

Nulla avrebbe mai fatto pensare alla tragedia che si sarebbe consumata poche ore dopo. Matteo era un appassionato di trekking e, da anni, era nello staff, prima al Senato e poi alla Camera del M5S. Era stato fra i primi ad aderire al Movimento 5 Stelle ed era molto intimo con Beppe Grillo.

Giuseppe Conte ha lo ha ricordato con un messaggio su Twitter: “È con immenso dolore che apprendo della morte di Matteo Incerti, un ragazzo della nostra comunità, un amico che ha visto il Movimento muovere i suoi passi sin dall’inizio. Caro Matteo, ti ricorderemo sempre con affetto. Ci stringiamo al dolore dei suoi cari”.

Prima dell’esperienza con i pentastellati aveva lavorato al Carlino Reggio e a Radio Bruno. Negli ultimi anni si era appassionato di libri storici e, in particolare, scriveva storie relative alla seconda guerra mondiale. Era stato l’autore de “I bambini del soldato Martin”, de “I pellerossa che liberarono l’Italia”, de “Il bracciale di Sterline” e de “Il suonatore matto”.

L’anno scorso Matteo fu protagonista di una vicenda di cui si parlò molto, sia in Europa chenegli Stati Uniti: la storia del soldato americano Martin Adler che, durante la guerra, scattò una foto a tre bambini di Monterenzio sull’Appennino bolognese. Grazie anche alla mediazione di Incerti Adler riuscì a rintracciarli, poi ad incontrarli. Il giornalista, su quella vicenda, aveva scritto il libro “I bambini del soldato Martin”. La sua ultima opera raccontava invece la storia di un gruppo di volontari delle tribù native americane del Canada che si arruolarono come volontari durante la guerra e molti di loro caddero nel nostro paese.

Scriveva di quegli argomenti con grande passione e rievocava gli eventi della seconda guerra mondiale sempre da un’angolatura particolare, raccontando storie appassionanti e sconosciute ai più. Matteo lascia un grande vuoto in tutti quelli che lo hanno conosciuto che non dimenticheranno mai il suo entusiasmo e la sua voglia di vivere e raccontare. Lo vogliamo ricordare con una frase che ha lasciato scolpita sulla sua pagina Facebook: “Solo chi sogna combatte, solo chi sogna vive….
sarto di storie disperse nel tempo”.

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La redazione di Reggio Sera piange il collega Matteo e si stringe a parenti ed amici in questo terribile momento.