Gli Studenti Autorganizzati: “L’istruzione non è sacrificabile”

4 marzo 2021 | 09:17
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Gli Studenti Autorganizzati: “L’istruzione non è sacrificabile”
Gli Studenti Autorganizzati: “L’istruzione non è sacrificabile”
Gli Studenti Autorganizzati: “L’istruzione non è sacrificabile”

Un gruppo di alunni ha occupato il Canossa ieri e accusa: “Le istituzioni non sono state in grado di rispondere a questa pandemia e garantire il proseguimento costante della nostra vita all’interno degli istituti”

REGGIO EMILIA – Ieri mattina un gruppo di studenti ha occupato per tutta la mattina il liceo Matilde di Canossa di via Makallè come segnale di protesta verso l’ennesima chiusura delle scuole, prevista oggi fino al 21 marzo e per boicottare le Invalsi.

Scrivono gli studenti Autorganizzati: “Stamattina abbiamo dato una risposta a quella che è la crisi sanitaria e scolastica attuale decidendo di riappropriarci di uno spazio nostro di diritto. Le istituzioni non sono state in grado di rispondere a questa pandemia e garantire il proseguimento costante della nostra vita all’interno degli istituti. L’istruzione non è un servizio sacrificabile, c’è stato un primo momento in cui studentesse e studenti sono stati costretti a mettere in secondo piano i loro bisogni psicofisici per gestire quella che era una nuova ed enorme emergenza. Dopo un anno dall’inizio della pandemia la situazione nelle scuole è rimasta immutata anche in seguito ai cambiamenti promessi. L’interesse scolastico è sempre stato secondo all’interesse economico da parte del Paese. Le restrizioni di sicurezza prese all’interno degli istituti non hanno incluso un indirizzamento degli investimenti necessari per un reale miglioramento della situazione sanitaria”.

Continuano gli studenti: “Nella nostra scuola, il Matilde di Canossa, i provvedimenti sono stati come in tanti altri istituti la reclusione dentro le nostre aule, poco distanziamento tra i banchi, mascherine distribuite ma non a norma, l’obbligo di tenere le finestre aperte senza il riscaldamento che aumenta il rischio di ammalarsi e creare confusione nell’aula e non elimina di certo la possibilità di contagio nelle classi “pollaio””.

Ed elencano una serie di rivendicazioni. “Presidi sanitari all’interno delle scuole con personale specializzato che ci garantisca la sicurezza, la quale è praticamente assente nella scuola odierna. Vogliamo screening di massa attraverso tamponi gratuiti dentro le scuole, uno sportello adibito alla tutela della salute mentale che non è da mettere in secondo piano soprattutto dopo l’intenso e prolungato periodo di crisi e isolamento che stiamo vivendo. Vogliamo lezioni che non siano frontali, che ci garantiscano l’apprendimento e che non siano omogenizzanti e isolanti, una didattica che tenga conto delle soggettività all’interno delle classi  non vogliamo più classi pollaio ma una distribuzione degna in spazi incrementati e curati per le persone che la vivono, da professori a studenti e studentesse”.

E ancora: “Vogliamo che venga abolito il sistema invalsi, progettato per classificare gli istituti in categorie migliori o peggiori, rifiutiamo la struttura gerarchica e classista tra scuole e tra i singoli studenti e studentesse. Vogliamo trasporti pubblici, efficienti e gratuiti per il 100% della cittadinanza. Rifiutiamo e vogliamo lo stop del Pcto come sistema che ci indirizza a essere dei lavoratori sfruttati stando alle condizioni della società precaria. In questo momento di crisi, dopo due anni di Dad e totale confusione nelle scuole dovrebbero esserci delle agevolazioni totali per studentesse e studenti; in particolare per i maturandi. D’ora in poi la maturità deve essere costruita su un colloquio aperto e non più su una mera prova di competenze, invalsi e scuola-lavoro”.

Scrivono gli studenti: “Vogliamo integrare l’educazione civica come una materia di reale valore. Non deve essere accorpata in un programma già totalmente nozionistico ma essere trattata al posto di religione, perché non è accettabile che nella scuola pubblica di uno stato laico questa materia abbia più importanza di una formazione che, se fatta bene, forma il pensiero critico di studentesse e studenti. Attualmente si educa alla cittadinanza dando per scontato che tutti possano accederci, quando sono tanti studentesse e studenti stranieri ai/alle quale viene negata dallo Stato”.

E concludono: “Noi non vogliamo essere definiti tramite delle valutazioni dalle quali non sentiamo rappresentata la nostra crescita educativa. Il rientro a scuola è stato usato solo allo scopo di raccogliere valutazioni, simbolo di un sistema educativo fallimentare. Vogliamo investimenti per migliorare i nostri spazi educativi e per incrementare le assunzioni in modo da diminuire la capienza delle classi e renderle più sicure, ma anche tutelanti sotto l’aspetto formativo. Questo implica anche un miglioramento degli strumenti formativi presenti nelle scuole, banalmente nemmeno le connessioni internet all’interno del nostro liceo sono capaci di reggere il 50% di lezioni on-line”.

Venerdì 5 marzo alle 17 gli studenti Autorganizzati saranno in piazza Martiri del 7 Luglio per ribadire le loro istanze.