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Meglioli (Cgil): “Il virus ha colpito a macchia di leopardo, bisogna capire perché”

10 aprile 2020 | 17:09
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Meglioli (Cgil): “Il virus ha colpito a macchia di leopardo, bisogna capire perché”

Il membro della segreteria Cgil: “Chi si è approvvigionato di mascherine per tempo, non attendendo le disposizioni di Ausl e Regione, ha affrontato meglio l’emergenza”

REGGIO EMILIA – “La difficoltà a trovare le mascherine è stato un problema che hanno vissuto molte case protette sul territorio. Però a noi risulta che, per esempio, alla Magera Ansaloni, che gestisce strutture a Correggio e Rio Saliceto, dove sono stati molto tempestivi ad approvigionarsi già a fine gennaio, non abbiano avuto problemi e infatti loro non hanno casi positivi fra i loro anziani”.

Elvira Meglioli, membro della segreteria della Cgil, fa il punto con Reggio Sera della situazione nelle residenze per anziani della nostra provincia. I sindacati sono stati fra i primi a lanciare l’allarme sulle case protette nella nostra provincia, ben prima che venissero a galla i numeri drammatici, 153 decessi per Covid in tutto il territorio (di cui 22 solo nell’Asp di Reggio Emilia) e 607 casi di positività fra gli anziani ricoverati nelle Rsa della nostra provincia, emersi ieri durante la commissione sanità che si è tenuta in videoconferenza in Comune.

Quello che il membro della segreteria Cgil vuole dire, in sostanza, è che, al di là delle decisioni prese dall’Ausl e dalla Regione, si poteva fare fronte anche prima a questa emergenza, perché certo, soprattutto vedendo cosa era accaduto in Cina e vedendo i primi casi che si registravano in Italia a fine febbraio, non era difficile immaginare che ricadute poteva avere una eventuale diffusione del virus sul nostro territorio.

Ricorda la Meglioli: “C’è stata una circolare della Regione del 20 marzo che ha dato disposizioni a queste strutture, perché si approvigionassero all’Ausl, mentre prima erano tenute a farlo modo autonomo. Ma questo non significa che queste strutture prima fossero liberate dalla necessità di rifornirsi di mascherine se lo ritenevano opportuno”.

La Meglioli descrive una situazione diversificata e diffusa a macchia di leopardo sul territorio reggiano. Dice. “In tutti i distretti ci sono strutture che non hanno nemmeno un caso e altre che sono state particolarmente colpite o che sono addirittura indenni”.

E aggiunge: “C’è chi è partito prima e chi è partito dopo a mettere in atto determinati comportamenti. Chi ha trovato difficoltà oggettive ad approvigionarsi di mascherine. C’è chi ha chiuso prima l’accesso alle visite dei parenti e c’è chi lo ha fatto dopo”.

Cosa ha funzionato, dunque, in determinate strutture che, per ora, sono indenni o poco intaccate dal virus e cosa non ha funzionato in altre che sono state particolarmente colpite dal morbo? Conclude la Meglioli: “Anche noi a livello sindacale stiamo facendo questi ragionamenti e abbiamo chiesto per questo che si convocasse la Conferenza territoriale sociosanitaria. Il prossimo appuntamento è per venerdì 17. Ora gli sofrzi devono essere concentrati sul prevenire dove il virus ancora non c’è e di curare al meglio i casi  dove c’è. Ma poi un ragionamento andrà fatto”.