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Dirigenti indagati, Capelli al M5S: “Nessuno ha mai definito quel regolamento illegittimo”

24 febbraio 2019 | 19:12
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Dirigenti indagati, Capelli al M5S: “Nessuno ha mai definito quel regolamento illegittimo”

Il capogruppo del Pd in consiglio comunale: “Mettono alla gogna e condannano pubblici dirigenti con sentenza inappellabile, quando siamo appena a inizio indagini”

REGGIO EMILIA – “Lor signori dei 5 Stelle, con la solita protervia forcaiola e distruttiva verso chi non la pensa come loro, anche a Reggio manipolano e disinformano. Dicono che il regolamento per gli incarichi del Comune era illegittimo. Ma nessuno in assoluto lo ha mai dichiarato tale”. Andrea Capelli, capogruppo del Pd i consiglio comunale, replica duramente ad Alessandra Guatteri, sua collega pentastellata in sala del Tricolore, che oggi, a proposito della bufera che si è abbattuta sul Comune e che vede 18 dirigenti indagati a vario titolo per abuso d’ufficio e falso ideologico, ha scritto che “Vecchi cambiò il regolamento perché costretto”.

Scrive Capelli: “I 5 Stelle si presentavano come anti-casta, ma la casta sono loro, con la loro valanga di contraddizioni. Non hanno idee, non hanno un progetto, è difficile non vedere il loro paradosso e il loro vuoto pneumatico. Hanno inveito contro l’immunità parlamentare per dieci anni e poi hanno salvato Salvini ‘per direttissima’. Hanno chiesto le dimissioni a mezzo mondo, ogni volta che arrivavano avvisi di garanzia, poi quando sono arrivati ai loro sindaci, quando agli stessi sono arrivati i processi, hanno scelto la strada dei due pesi due misure. Complimenti”.

E aggiunge: “In meno di un anno il sapore del potere romano li ha messi in contraddizione con tutte le loro battaglie storiche. Cosa hanno da dire di Marra, condannato a tre anni per corruzione, dirigente del personale della Raggi? Hanno attaccato una presunta Casta per anni, ma ne sono diventati i titolari in pochi mesi. Sulla vicenda dei dirigenti già si è scritto, noi siamo fiduciosi che tutto si chiarirà, ma ciò che non si dimenticherà è la vergognosa macchina del fango grillina, che per loro resta sempre l’unico modo in cui far sapere che ci sono, specie ora in cui le balle stanno a zero e la credibilità dei grillini sta precipitando”.

Conclude Capelli: “Mettono alla gogna e condannano pubblici dirigenti con sentenza inappellabile, quando siamo appena a inizio indagini (grandi garantisti, perbacco!). Continuano a citare fatti mai accaduti e ricostruiscono storie mai esistite in chiave gravemente diffamatoria per alti funzionari, amministratori ed esponenti politici del Pd (gran signori, caspita!)… Ma chi può fidarsi di costoro? Come dicono a Roma: “Ma che stanno a di’?”.