Sassi: “Comune sia parte civile contro il pedofilo”

9 dicembre 2016 | 17:54
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Sassi: “Comune sia parte civile contro il pedofilo”

Sassi: “Il Comune di Reggio si costituisca parte civile nel processo contro il pedofilo seriale, attivo in citta’ da circa 10 anni, arrestato ieri”

REGGIO EMILIA – Il Comune di Reggio si costituisca parte civile nel processo contro il pedofilo seriale, attivo in citta’ da circa 10 anni, arrestato ieri. Lo chiede il vice sindaco Matteo Sassi che dice: “E’ una cosa grave e inquietante, soprattutto per la sistematicita’ del fenomeno e la sua estensione temporale. Non si tratta infatti di episodi isolati, ma di dinamiche ricorrenti e numericamente significative che solo ora purtroppo sono uscite allo scoperto”.

La “gravita’ di questo fatto – prosegue Sassi – non può oggi che evidenziare una certa vulnerabilita’ di quel sistema fatto di istituzioni e soggetti che hanno il dovere di occuparsi dell’educazione di adolescenti e ragazzi”. A questo proposito il vice sindaco ricorda: “Abbiamo lavorato molto negli ultimi anni sul tema della formazione dei giovanissimi”.

Tuttavia “questa vicenda ci dice che c’e’ da lavorare ancora sulla prevenzione, su una migliore conoscenza dei fenomeni e sulla capacita’ di intercettare per tempo dinamiche come questa”. Per l’esponente della giunta comunale “urge quindi un confronto a livello territoriale che metta insieme pubbliche amministrazioni, sanita’, mondo della scuola e dell’educazione per approfondire le nostre politiche di prevenzione e contrasto di fenomeni come questo. Perche’ se molto e’ stato fatto, evidentemente non e’ stato sufficiente”.

Segnalando che “quanto accaduto nella nostra citta’ ci deve inoltre rammentare che tra i soggetti piu’ esposti alle conseguenze della crisi e del generale impoverimento economico degli ultimi 10 anni ci sono bambini, adolescenti e ragazzi”. Sassi conclude: “Ritengo, vista la gravita’ dei capi di imputazione e lo sconcerto che la vicenda ha generato nella cittadinanza, che il Comune debba costituirsi parte civile nel processo che si terra’. Dobbiamo inoltre assicurare alle giovani vittime un pieno sostegno psicologico ed educativo”.

Secondo Maria Mussini, vicepresidente del gruppo Misto al Senato intervenuta sulla vicenda, la causa va anche ricercata “nelle scarse risorse assegnate a scuola e servizi sociali”.