Pedofilo si travestiva da donna per adescare minorenni: arrestato

8 dicembre 2016 | 11:39
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Pedofilo si travestiva da donna per adescare minorenni: arrestato

Il 40enne sudamericano Elisandro Dos Anjos Costa adescava minori sia all’uscita da scuola che attraverso Facebook. I carabinieri hanno documentato centinaia e centinaia di abusi commessi in oltre 10 anni. Trenta sinora le giovani vittime identificate. Ha anche “postato” in rete alcuni video dei rapporti sessuali ripresi di nascosto

REGGIO EMILIA – Con abili travestimenti femminili un orco in gonnella adescava minori sia all’uscita da scuola che attraverso Facebook. I carabinieri del nucleo investigativo di Reggio hanno documentato centinaia e centinaia di abusi commessi in oltre 10 anni dal sudamericano 40enne. Trenta sinora le giovani vittime identificate. Ha anche “postato” in rete alcuni video dei rapporti sessuali ripresi di nascosto.

I carabinieri reggiani, coordinati dalla procura di Bologna guidata dal procuratore capo Giuseppe Amato, si sono imbattuti in una storia di depravazione che per numeri e modalità non ha eguali in Italia. Teatro degli abusi la nostra città dove un quarantenne sudamericano, che peraltro ha anche richiesto di ottenere lo status di rifugiato politico (attualmente ha un permesso provvisorio come richiedente asilo e la domanda gli verrà quasi sicuramente rifiutata dopo l’arresto, ndr) poiché, a suo dire, discriminato sessualmente nel suo paese di origine, aveva fissato la propria dimora e soddisfatto, per circa 10 anni, i suoi appetiti sessuali malati.

L’uomo si prostituiva la sera per lavoro e poi spendeva i soldi guadagnati con i ragazzini. Si calcola che in dieci anni abbiamo speso circa 100mila euro.

L’inchiesta è stata denominata Lost Innocence. I militari del nucleo investigativo hanno ricostruito come in dieci anni l’uomo fosse riuscito a crearsi una sorta di alter ego femminile, “pubblicizzandolo” tra gli adolescenti come una propria cugina particolarmente disinibita. Vestito da donna e truccato, dalla finestra della propria abitazione, gettava banconote ai minori all’uscita da scuola (alcuni di soli 13 anni), inducendoli a salire in casa e a consumare rapporti sessuali con quella che le giovani vittime pensavano essere la “donna dei propri sogni”.

Adescamenti che vedevano “l’orco in gonnella” retribuire i ragazzini con continue somme di denaro tanto più elevate quando risultava necessario per superare le resistenze dei più sospettosi. Le giovani vittime venivano poi convinte, sempre in cambio di soldi, a reclutare nuovi amici, per quella che pensavano essere una donna. E’ così che, con le varie identità di volta in volta assunte dall’inesistente cugina con i tacchi a spillo, il 40enne straniero ha fatto cadere nella propria rete decine e decine di minorenni (numerosi sarebbero quelli ancora da identificare) che, in alcuni casi, “marinavano” addirittura la scuola per ricevere le prestazioni sessuali di quella che pensavano essere una “ragazza” all’interno dell’abitazione di quest’ultima ove visionavano anche film pornografici di ogni tipo.

Un vastissimo giro di minori adescati tanto che, come accertato dai carabinieri, a volte si radunavano in fila sotto l’abitazione dell’orco in attesa del proprio turno che, spesso, veniva modificato dai gusti del pedofilo che osservava dalla finestra i giovani in attesa.

L’indagato li voleva sempre giovanissimi, e soprattutto senza che ancora i primi segni dell’età adulta, come la barba, avessero segnato i loro volti; disposto a pagare qualsiasi somma per averli, come dettagliatamente riscontrato dalle indagini. E’ emerso infatti come, in talune occasioni, sia stato lo stesso sudamericano, dopo aver “adescato” il minore di turno e dopo averlo spogliato, ad aver rifiutato il rapporto, insoddisfatto dalla “prestanza fisica” del ragazzino caduto in trappola; quest’ultimo veniva così “umiliato” e “mortificato”. Centinaia e centinaia sarebbero stati i rapporti sessuali intrattenuti dall’indagato nel corso degli anni con intere compagnie di minorenni, sostituiti da altri piu’ giovani mano a mano che i segni dello sviluppo si rendevano evidenti.

Come se non bastasse, l’uomo filmava di nascosto alcuni degli incontri e in altri casi acquistava dai ragazzini foto e video pedopornografici, che si faceva spedire tramite WhatsApp e Facebook, in alcuni casi a sua volta ha postato in rete questo tipo di immagini. Ovviamente anche Facebook era diventato terreno di caccia, il quarantenne sudamericano utilizzava falsi profili femminili, per corrompere altri minorenni sempre scelti dopo un’accurata selezione fisica.

Numerosi sono i luoghi frequentati dal 40enne nella propria “versione maschile”: parchi pubblici cittadini ed aree sportive parrocchiali della provincia, in cui si inseriva nelle compagnie di ragazzini, dopo aver selezionato il minorenne di suo gradimento, pubblicizzava la disinvoltura sessuale e le disponibilità economiche dell’inesistente cugina, salvo correre poi subito a casa e, dopo averne assunto abilmente le sembianze, aprire la porta al minorenne.

Non sono mancate ovviamente nel corso delle indagini i casi di minori accortisi (nei modi davvero più incredibili) o dell’identità tra i due cugini o delle reali “fattezze” maschili della disinibita donna dei propri sogni. In tali casi, il cospicuo aumento del compenso da parte del sudamericano è spesso bastato a convincere i ragazzi a continuare in un circolo vizioso interrotto solo dall’intervento dei carabinieri.

Spesso tuttavia i ragazzini non si accorrevano di nulla perché il sudamericano era sessualmente passivo con loro.

I riscontri investigativi dei carabinieri reggiani condivisi dalla procura della Repubblica di Bologna, autorità giudiziaria competente per i reati di natura sessuale commessi contro i minori hanno visto quest’ultima richiedere al GIP di Bologna un arresto che è stato eseguito dai carabinieri del nucleo investigativo reggiano nei confronti del 40enne accusato dei reati di atti sessuali con minorenne (anche infra- quattordicenne), prostituzione minorile e pedopornografia.

Le indagini, mai come in questo caso complesse quanto particolari alla luce della tenera età dei minori coinvolti e della assoluta necessità di garantire agli stessi, già vittime dei gravi reati subiti, ulteriori situazioni traumatiche e pregiudizievoli sono tuttora in attesa di ulteriori sviluppi dato che purtroppo quanto accertato rappresenta solo una piccola parte di una più ampia attività di adescamento che potrebbe aver riguardato, anche altre centinaia di minori.