Permessi sosta, volano gli stracci in Comune

6 ottobre 2016 | 09:43
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Permessi sosta, volano gli stracci in Comune

E’ scoppiata una bufera nella conferenza dei capigruppo. L’assessore Tutino a Caccavo: “I tuoi sono toni da fascista”. Il consigliere di Forza Italia minaccia querele e chiede le dimissioni della Caselli

REGGIO EMILIA – Toni accalorati, minacce di querela e richieste di dimissioni. E’ scoppiata una bufera nella conferenza dei capigruppo del Comune di Reggio Emilia di ieri mattina, in cui il consigliere di Forza Italia, Nicolas Caccavo, e’ stato accusato dall’assessore Mirko Tutino di usare “toni da fascista” e venire “da un ambiente di fascisti”. Accuse ricambiate dall’esponente dell’opposizione che bolla l’assessore come “un opportunista, schierato prima con Civati e diventato renziano dell’ultima ora”, e culminate con la minaccia di una querela da parte del forzista se l’assessore non avesse chiesto scusa.

Non essendosi Tutino scusato, “domani sentiro’ il mio legale e valuteremo”, fa sapere Caccavo. Nel pieno della querelle con l’esponente della giunta, il consigliere azzurro e’ stato ripreso dalla presidente del consiglio comunale Emanuela Caselli che ha minacciato di diffidarlo per aver alzato la voce in violazione del regolamento comunale, ma ha a sua volta chiesto le dimissioni della presidente attribuendole, in fatto di regolamento, una lunga serie di violazione degli articoli.

Le scintille sono cominciate sulla delibera approvata ieri relativa alla sosta in centro storico, che toglie ai consiglieri comunali il permesso sulla seconda auto. Un tema su cui anche alcuni esponenti del Pd hanno confessato di avere problemi e che Caccavo ha riproposto nella riunione. L’assessore Tutino ha pero’ apostrofato il consigliere dicendogli: “Io non mi vanterei di sollevare il problema dei permessi”.

Caccavo ha quindi chiesto l’intervento della presidente Caselli, chiedendo di censurare il comportamento dell’assessore a tutela del suo diritto di poter esporre qualsiasi argomentazione. La presidente, in risposta, ha chiamato in causa le norme di comportamento imposte dal regolamento comunale, stigmatizzando l’azzurro per aver alzato la voce. L’esponente dell’opposizione ha reagito a sua volta accusando Caselli di una serie di violazioni, durante le sedute del Consiglio, relative in particolare al diritto di parola dei consiglieri per “fatto personale” e di non far votare i verbali delle sedute precedenti.

Quindi la richiesta delle dimissioni. E’ l’ennesimo strappo tra le opposizioni e Caselli, accusata da tempo dalla minoranza di non essere super partes (fonte Dire).