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Studenti manganellati a Pisa, il D’Arzo scrive al ministro

4 marzo 2024 | 18:46
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Studenti manganellati a Pisa, il D’Arzo scrive al ministro

Lettera aperta a Valditara di un centinaio di docenti e una cinquantina di studenti: “Utilizzo della forza non legittimo”

REGGIO EMILIARiceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta dei docenti e degli studenti dell’Istituto D’Arzo di Montecchio, inviata al ministero dell’Istruzione e all’ufficio scolastico regionale, che contiene una riflessione sugli studenti manganellati dalla polizia a Pisa.

Sono passati alcuni giorni da quello che è successo a Pisa, abbiamo avuto un po’ di tempo per riflettere e per constatare, anche a freddo, la gravità di quanto accaduto. A scuola insegniamo e apprendiamo che la nostra Repubblica è nata per tutelare i diritti e le libertà degli individui, per garantire il libero esercizio della persona così come scritto nella nostra Costituzione.

Ma in quei pochi minuti, in via San Frediano a Pisa, tutto ciò è stato sospeso. La violenza utilizzata in maniera ingiustificata su degli studenti, dei giovani, dei ragazzi rappresenta, come ha detto il presidente della Repubblica, “un fallimento”. Significa che qualche cosa nella gestione del dissenso e della libertà di opinione non ha funzionato. Quegli agenti di polizia dovrebbero rappresentare proprio quel principio di garanzia di diritti e di sicurezza che loro stessi hanno violato.

Con ciò non si vuole puntare il dito contro l’intero corpo della Polizia di Stato, ma sicuramente vogliamo affermare che quei poliziotti hanno utilizzato la forza in una maniera, a nostro parere, non legittima. Dalla discussione nelle aule di scuola sono emersi tanti sentimenti: rabbia, stupore, frustrazione, disillusione, ma anche senso di responsabilità e bisogno di farci sentire, di non rimanere indifferenti.

Di disaffezione verso la partecipazione politica, da parte dei giovani e non solo, si parla già da tempo e la pandemia ci ha illuso che la presenza sia un click, quando invece sappiamo che è necessario un confronto non virtuale. La voglia dei ragazzi di essere presenti, di esporre le loro idee sembra essere quasi costantemente e lentamente disincentivata. Fatti come quelli di Pisa potrebbero alimentare la paura di una eventuale limitazione delle nostre libertà inalienabili, ma dobbiamo fare in modo che ciò non accada.

Noi vogliamo richiamare la Res Publica, ovvero il coinvolgimento attivo e totale dei cittadini per la comune utilità e nel rispetto reciproco, convinti del fatto che solo così si pongano le basi per un vivere democratico. Come docenti e come studenti dell’Istituto Silvio D’Arzo di Montecchio Emilia, pur lontani fisicamente dai fatti accaduti, ci sentiamo in realtà molto vicini e vogliamo dimostrare la nostra solidarietà ai colleghi e studenti, giovani e meno giovani che hanno vissuto e subito ciò che noi abbiamo solo visto attraverso uno schermo.

Vogliamo far sentire la nostra vicinanza perché in qualche modo questi fatti ci fanno comprendere quanto sia necessario tenere alta l’attenzione, quanto sia importante esercitare il nostro spirito critico, sentire la responsabilità di partecipare e difendere la libertà di poterlo fare, allontanando la paura e il silenzio.

“Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano” (Martin Luther King)

Segue l’elenco degli studenti e dei docenti firmatari. Hanno condiviso il documento anche diversi studenti minorenni dei quali, per ragioni di privacy, non possiamo rendere note le generalità.

firme