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Centro storico, Vecchi: “Soldi per nuove aperture negozi”

12 febbraio 2024 | 16:55
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Centro storico, Vecchi: “Soldi per nuove aperture negozi”

Il sindaco: “Serve un grande patto tra il pubblico e il privato, perché pensare che tutto possa essere solo sulle spalle del Comune è riduttivo”

REGGIO EMILIA – “Nei prossimi giorni, metteremo fuori un bando, condiviso insieme alla Camera di Commercio, in cui daremo risorse a sostegno di nuove aperture in centro storico. Destineremo risorse economiche per incentivare nuove aperture e start up di esercizi commerciali”. Lo ha detto il sindaco, Luca Vecchi, nella lunga intervista che ci ha concesso in cui ha ripercorso dieci anni del suo mandato e ha parlato anche dei problemi del centro storico.

Il commercio in centro storico. Si commissionano studi al Politecnico di Milano che ci dicono che un negozio su quattro è sfitto. Eppure si continuano a costruire centri commerciali fuori dall’esagono, come quello di Ospizio, che tolgono lavoro ai negozi. Non trova una contraddizione in tutto questo?
Quello di Ospizio non è un centro commerciale e, ad oggi, non risulta ci siano centri commerciali in costruzione a Reggio Emilia. La nostra città ha una dotazione di superfici di vendita, nelle medie e grandi strutture, che è la metà di Parma e di Modena e un terzo di Mantova. Noi, oggi, non siamo la città dei centri commerciali. Quella di Ospizio era un’area abbandonata e da riqualificare. In quell’area verrà realizzata una casa della comunità, sarà spostato lì il polo dei servizi sociali e tornerà lì la biblioteca decentrata del Comune dove era storicamente presente a suo tempo. Verrà insediata lì una farmacia e, in tutto questo contesto, aprirà anche un negozio di quartiere che è una cosa ben diversa da un centro commerciale.

Come mai in tutti questi anni non si è riusciti a rilanciare il centro storico e perché la sensazione dei reggiani è che città limitrofe, come Parma e Modena, siano molto più vive della nostra? Per non parlare dell’ex Mercato coperto, una sorta di Petali 2 in centro a Reggio e peraltro spesso vuoto. Cosa è stato fatto in quelle città che manca qua a Reggio?
Sul centro storico c’è un problema che va riconosciuto. Qui bisogna dire che ci sono dei cambiamenti strutturali che sono in corso a livello globale. Come, per esempio, l’e-commerce che, ogni giorno, toglie commercio in presenza e lo sposta on line. Come lo smart working che ha ridotto, quantitativamente, ogni giorno il numero di persone che lavorano nel centro storico. C’è quindi bisogno di ripensare a una strategia di medio termine che, a mio avviso, non può prescindere da un grande patto tra il pubblico e il privato, perché pensare che tutto possa essere solo esclusivamente sulle spalle del pubblico e del Comune è riduttivo.

Ovvero?
Il privato deve ritornare a credere in una capacità di investimento. Noi, nei prossimi giorni, metteremo fuori un bando, anche condiviso insieme alla Camera di Commercio, in cui daremo risorse a sostegno di nuove aperture in centro storico. Destineremo risorse economiche per incentivare nuove aperture e start up di esercizi commerciali. Ma non è che noi abbiamo abbandonato il centro storico, perché abbiamo riqualificato piazza Gioberti, piazza Roversi, piazza San Prospero, via Guasco e il Ghetto ebraico. Per la sicurezza abbiamo messo 500 nuove telecamere che consentono un forte presidio in termini di garanzia e di controllo delle forze dell’ordine. Pensi poi alla riqualificazione delle facciate dei palazzi. Nel primo mandato siamo stati noi, con un bando pubblico, ad incentivare l’avvio dei cantieri. Poi è arrivato il superbonus. Abbiamo riqualificato l’ex mercato coperto.

Non è che stia andando tanto bene, però…
Gli va dato il tempo per capire dove può arrivare. Però anche lì non è il Comune che, autonomamente, decide che bisogna aprire una tal bottega, piuttosto che un’altra o un ristorante. Dobbiamo farci, in modo molto onesto, delle domande sul perché il mercato coperto ha questo tipo di offerta commerciale e non un’altra. Noi lì correvamo il rischio di avere una galleria vuota e persone licenziate che perdevano il posto di lavoro. Abbiamo cercato di capire se c’erano le condizioni per un rilancio della galleria con un format più legato al food, ma, una volta sollecitato l’indirizzo in termini di idee e di progetto, è chiaro che compete al privato scommetterci. È stato attratto un investimento straniero di una società portoghese. Possiamo discutere di migliorare ulteriormente l’offerta. Tra l’altro, in questi giorni, apre la nuova palestra, quindi ci sarà anche un servizio in più per il centro storico.