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“Orgoglio e pregiudizio” apre la stagione di prosa

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Dal 12 novembre al 14 novembre
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Evento concluso

Venerdì 12 e sabato 13 novembre, ore 20.30 e domenica 14 novembre, ore 15.30 al teatro Ariosto il classico di Jane Austen nella prima versione teatrale italiana

“Orgoglio e pregiudizio” apre la stagione di prosa

REGGIO EMILIA – “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen è uno di quei classici di cui si contano innumerevoli adattamenti cinematografici e televisivi, ma il Teatro Ariosto di Reggio Emilia, nell’inaugurare la sua stagione di Prosa, presenta la prima versione teatrale italiana. Lo fa nei giorni venerdì 12 e sabato 13 novembre, ore 20.30 e domenica 14 novembre, ore 15.30 grazie all’intelligente riduzione teatrale ad opera di Antonio Piccolo e all’arguta regia di Arturo Cirillo.

Questo Orgoglio e Pregiudizio, in cui Francesco Piccolo ha compiuto l’impresa di sintetizzare in un’ora e 45 minuti di spettacolo le oltre 400 pagine del libro, conta su una caratterizzazione dei personaggi piacevole, su costumi d’epoca e sulle scenografie che vengono mosse dagli stessi attori, tra cui un Arturo Cirillo in un doppio ruolo attore / regista, con grandi specchi reclinabili e attrezzeria ottocentesca.

“Sono affascinato dall’Ottocento _ scrive Arturo Cirillo nel raccontare il perché della scelta di questo testo da mettere in scena – e dal rapporto fra i grandi romanzi di quell’epoca e la scena (…) Perché questo mondo sociale non mi sembra così lontano da noi. Soprattutto pensando a queste giovani eroine spinte a sposarsi anche per avere finalmente un sostegno economico, sottraendosi allo stesso tempo all’indecorosa condizione di zitelle e allontanandosi dalle proprie famiglie d’origine. Anche se poi la povera e zitella Jane Austen (che mai riuscì invece ad abbandonare la propria famiglia) si divertì a sottrarsi a tutto questo mettendolo in scena nei suoi romanzi, che sono una spietata critica e allo stesso tempo un’amorosa dichiarazione d’appartenenza alla propria epoca. Per fare questo si cala nei suoi personaggi/alter ego amandoli e prendendoli un po’ in giro, magari standosene nascosta dietro una tenda ad osservarli, ridacchiando tra sé. Da dietro quella tenda, come nel buio di una quinta, celata agli sguardi altrui ma attenta a non farsi sfuggire nulla di ciò che accade, Jane Austen reinventa la realtà attraverso la sua rappresentazione, ma mai smettendo di essere vera. Come avviene in teatro”.