Washers, quando l’arte incontra la metalmeccanica
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Washers, quando l’arte incontra la metalmeccanica

4 dicembre 2019 | 14:10


La storia dello scultore Maurizio Simonini. L’artista cyberpunk che, dagli scarti dell’azienda, crea collane, mobili ed installazioni uniche. “Le mie opere derivano da quegli elementi che normalmente andrebbero buttati, in un’ottica green che ora è più attuale che mai”


REGGIO EMILIA – Questa è la storia di un operaio metalmeccanico modenese, una delle tante persone che ogni giorno si rimbocca le maniche ed entra in officina. Ma non è una storia banale, anzi. Tutto comincia da lui: Maurizio Simonini. Un ragazzo che nel 1994 comincia a lavorare per Washers srl, l’azienda modenese che si occupa di guarnizioni in rame ed alluminio.

Questo è quindi il lavoro di Maurizio: modellare i metalli per creare rondelle ed altre minuterie. Questo di giorno, perché di notte, Maurizio si riscopre artista. In quegli scarti che l’azienda produce, destinati a diventare rifiuti, Maurizio vede infatti elementi che, uniti, possono diventare opere d’arte.

“Non so da dove sia partita la spinta a creare, so solo che dovevo farlo”, afferma Maurizio. “Sono cresciuto nei centri sociali, ambienti dove l’arte diventava linguaggio vero e proprio. Io ho cominciato a creare le mie opere grazie al supporto di Washers: dopo lavoro osservavo i vari pezzi che mi trovavo davanti, mi sedevo e cominciavo a saldare fino a che non terminavo l’opera. Alle volte stavo sveglio tutta notte, dalla fine del turno all’inizio di quello successivo”.

Fin da subito, le opere di Maurizio suscitano interesse, tanto che cominciano ad arrivare le commesse e le esposizioni. “Ho fatto varie mostre e partecipato ad eventi, tra Modena e Bologna, dove ho avuto occasione di esporre i miei lavori. Esperienze bellissime, che mi hanno permesso di diffondere la mia arte ed il messaggio che porta con sè”.

Messaggio che parte da un tema ora più che mai attuale: il riciclo dei rifiuti. “Le mie opere sono create dagli scarti aziendali, quelle parti che normalmente andrebbero buttate, io le trasformo in qualcosa di nuovo ed unico. Sono partito dai metalli, ovviamente, ma ho creato anche opere in plastica e legno. La mia arte si ispira a quella dei mutoidi, il movimento cyber-punk che unisce l’ingegneria meccanica e l’automotive per creare opere d’arte ispirate a Mad Max. Come loro, anche io creo dagli scarti qualcosa di unico, che le persone possono apprezzare a livello artistico e con un significato forte ed attuale. Se quando ho cominciato poche persone capivano realmente il valore intrinseco del mio lavoro, ora la coscienza pubblica è molto più sensibile al tema green, quindi capisce meglio il significato delle mie creazioni”.

Ma non è solo il riciclo dei materiali il tema che interessa a Maurizio, ma anche quello dell’artigianalità. “Il lavoro dell’artigiano è speciale, si riconosce quando qualcosa è fatto a mano o da una macchina. Ne vedi le sfumature, magari le imperfezioni che però la rendono unica rispetto ad un pezzo fatto in serie. Soprattutto ora che le macchine stanno sostituendo l’uomo in molti lavori manuali, mi piace l’idea di rimanere legato a certi concetti, per non perderne il valore”.

Tutto parte da Washers: “Faccio parte della “famiglia” di Washers da quando ero solo un ragazzo. È grazie a loro che ho cominciato, mi hanno sempre sostenuto, come poche aziende farebbero”. Nelle opere di Maurizio Simonini la meccanica incontra l’arte, in un connubio post-moderno straordinario.

“Non posso parlare esattamente di progettazione, i miei pezzi prendono forma man mano che li assemblo, li saldo e li fisso. Certo, il tutto comincia da un elemento, guardandolo, penso a cos’è e a cosa potrebbe diventare. La maggior parte delle opere che mi commissionano sono complementi d’arredo, come mobili o specchi. Io personalmente ho una predilezione per le opere che “suonano”, casse e amplificatori dalle forme particolari, anche perché la musica è un’altra delle mie passioni. Quando progetto una mostra faccio in modo di guidare il visitatore utilizzando il suono che sprigionano le mie opere”.

In un mercato dove la mancanza di personale specializzato è uno dei problemi cardine, la storia di Maurizio fa pensare: “Il mio lavoro è sicuramente duro, ma grazie all’arte riesco a sfogare il mio impulso creativo. È sicuramente una grande fortuna per me avere la possibilità di esprimermi creativamente all’interno della realtà aziendale. Non tutte le imprese permetterebbero di farlo, Washers è sicuramente una realtà speciale. Sono fortunato a farne parte”.

Articolo a cura di Tg Imprese