Pluriball: com’è nato e perché è così apprezzato
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Pluriball: com’è nato e perché è così apprezzato

9 maggio 2022 | 12:24



REGGIO EMILIA – Lo abbiamo fatto tutti almeno una volta nella vita: aperta una confezione il cui contenuto era stato imballato con il pluriball, ci siamo fiondati su questo materiale da imballaggio e abbiamo cominciato a far scoppiare tutte le piccole bolle d’aria. Una volta terminate tutte le bolle d’aria, siamo rimasti delusi, consapevoli del fatto che quell’effetto antistress fosse ormai finito. Eppure, il pluriball, materiale che ormai tutti conosciamo e che utilizziamo per imballare oggetti più o meno fragili, insieme ad altri come quelli presenti su Poliplast soluzioni per imballaggio, ha una storia particolare e non è nato con questo scopo. Ripercorriamone le tappe.

Com’è fatto il pluriball

Prima di vedere come sia nato, cerchiamo di capire che tipo di materiale è il pluriball. Si tratta principalmente di un materiale plastico formato da due strati distinti: uno liscio, utilizzato come base, e uno composto da un numero variabile di bolle riempite d’aria. Unendo i due strati si ottiene il famoso pluriball. Quando decidiamo di far scoppiare una bolla premendo su di essa, l’aria intrappolata al suo interno non può uscire attraverso il confine tra i due strati o dalla bolla stessa, e quindi ne causa la rottura ed è proprio questa la responsabile del tipico suono che udiamo quando schiacciamo una delle bolle d’aria.

Com’è nato il pluriball

Questo tipo di materiale è nato per tutt’altro utilizzo: venne introdotto negli anni ‘50 come carta da parati. Tuttavia, il suo commercio a tale scopo non ebbe mai tanto successo. I suoi creatori, Alfred Fielding e Marc Chavannes, realizzarono ben presto che il pluriball poteva essere usato per altri fini: gli imballaggi. Questo perché le bolle d’aria creavano una sorta di cuscinetto morbido e la forte elasticità del materiale gli permetteva di essere arrotolato facilmente attorno agli oggetti, seguendone la forma.

Altri utilizzi del pluriball

Oltre all’imballaggio, il pluriball può avere altre destinazioni d’uso. Spesso, alcune persone lo usano per isolare. Questo materiale, infatti, ha ottime capacità di isolamento termico e viene spesso inserito tra le intercapedini degli infissi, se queste presentano spifferi d’aria. Allo stesso modo, può essere utile anche per isolare i cibi all’interno del frigorifero o proteggere i vasi delle piante lasciate all’esterno durante l’inverno. Il pluriball è inoltre in grado di offrire un ottimo isolamento termico e potrebbe anche essere utilizzato per preservare la temperatura di bevande all’interno di bottiglie o lattine.

Il pluriball nell’arte

Recentemente, il pluriball è stato anche utilizzato per scopi artistici. Il famoso artista Bradley Hart lo ha utilizzato in un modo decisamente inusuale. Ha riempito le bolle d’aria con dei colori acrilici in modo tale da formare un disegno; un po’ come per i mosaici, ha dovuto distinguere ogni singola bolla, dandole il colore adatto a creare un effetto d’insieme unico, con un soggetto ben definito.

Benché oggi sia sostituito spesso da altri materiali più ecologici e comunque in grado di fornire protezione da urti e sbalzi, il pluriball si è comunque diffuso in tutto il mondo e rappresenta da oltre 50 anni uno dei materiali da imballaggio per eccellenza.