Isolamento forzato e quarantena: come smaltire i propri rifiuti sanitari?
| ARTICOLO SPONSORIZZATO

Isolamento forzato e quarantena: come smaltire i propri rifiuti sanitari?

11 aprile 2020 | 10:36



REGGIO EMILIA – È ormai da oltre un mese che l’attenzione dei media nazionali è rivolta al contagio da coronavirus che imperversa nel nostro paese. Giustamente, diremmo, dato che l’apprensione di tutti è principalmente rivolta all’emergenza sanitaria e, ovviamente, a quei segnali che indicano l’uscita da questa situazione.

I problemi collaterali a queste macro questioni sono però molteplici, importanti e con ricaduta sul nostro quotidiano. Quello che tratteremo in questo articolo è lo smaltimento domestico di mascherine, guanti e altri rifiuti sanitari che vengono prodotti in casa in questo periodo.

Basti pensare che, attualmente, i rifiuti sanitari in Italia sono aumentati del 20% rispetto ai periodi di calma. È chiaro che buona parte di questi rifiuti provengono dai presidi ospedalieri, in particolar modo quelli impegnati nella lotta al Covid-19. Ma se rapportiamo in scala comprendiamo che il problema lo sta affrontando anche chi si trova in casa, con tutte le particolarità che interessano i singoli casi.

Innanzitutto cerchiamo di ragionare su ciò che dice la legge e quindi facciamo riferimento alla circolare n. 5443 diramata dal Ministero della Salute (ultimo aggiornamento avvenuto il 31 marzo). Si tratta di un chiarimento rivolto agli operatori del settore ospedaliero, ma un punto ci sembra chiaro e universale:

“Dopo l’uso, i DPI monouso vanno smaltiti come materiale potenzialmente infetto”.

Per DPI intendiamo dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti…), che dopo l’utilizzo diventano materiale potenzialmente infetto. Questo significa che anche le mascherine usate in casa da chi è costretto all’isolamento domestico, a causa della positività al Covid-19, devono essere trattate come materiale potenzialmente infetto.

Passiamo allora a un altro documento per carpire qualche indicazione in più, utile per chi si trova in quarantena. Prendiamo in considerazione le Indicazioni ad interim per la gestione dei rifiuti urbani in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2 stilate dall’ISS, Istituto Superiore di Sanità.

Qui ci si rivolge soprattutto ai Gestori dei Servizi di Igiene Ambientale, inclusi gli operatori degli impianti di raccolta e trattamento dei rifiuti, le autorità ambientali e sanitarie che a livello nazionale, regionale e locale (province, comuni e altri enti territoriali) sono preposte alla tutela della salute e alla salvaguardia ambientale e sono coinvolte nella prevenzione e gestione dei rischi correlati alla raccolta e al trattamento dei rifiuti.

Il primo dato che si rende noto agli operatori ecologici, e che vogliamo conoscere anche noi è: quanto resiste il virus su una superficie? La risposta fornita dall’ISS è:

“Si ipotizza che il virus SARS-CoV-2 si disattivi, per analogia con altri virus con envelope, in un intervallo temporale che va da pochi minuti a un massimo di 9 giorni, in dipendenza della matrice/materiale, della concentrazione e delle condizioni microclimatiche. Generalmente altri coronavirus (es. virus SARS e MERS)1 non sopravvivono su carta in assenza di umidità, ma si ritrovano più a lungo su indumenti monouso (se a concentrazione elevata, per 24 ore), rispetto, ad esempio, al cotone. Ciò tenendo conto che il dato si riferisce alla rilevazione analitica del RNA del virus e non al suo isolamento in forma vitale e quindi alla sua infettività. Dati più recenti relativi al SARS-CoV-2 confermano la capacità di persistenza del virus su plastica e acciaio inossidabile che, in condizioni sperimentali, è equiparabile a quella del SARS-CoV-1, mostrando anche un decadimento esponenziale del titolo virale nel tempo”.

Sugli indumenti monouso può arrivare a 24h. Questo vuol dire che, ad esempio, se un medico di base utilizzasse in una giornata 10 mascherine e le gettasse tutte in un normale secchio dell’immondizia, questo diventerebbe un contenitore di rifiuti potenzialmente infetti per circa una giornata. Può sembrare apocalittico ma di fronte alla asintomaticità di alcuni casi ogni situazione va considerata. Pertanto cosa suggerisce di fare l’ISS?

Stando al D.P.R. 254/2003 che regolamenta lo smaltimento dei rifiuti sanitari in Italia, si dovrebbe effettuare la raccolta utilizzando appositi imballaggi a perdere, anche flessibili, di colore diverso da quelli utilizzati per i rifiuti urbani e per gli altri rifiuti sanitari assimilati, recanti, ben visibile, l’indicazione indelebile “Rifiuti sanitari sterilizzati” alla quale dovrà essere aggiunta la data della sterilizzazione (qui vari esempi di questo tipo di contenitori per rifiuti sanitari). I rifiuti speciali, prodotti al di fuori delle strutture sanitarie, che come rischio risultano analoghi ai rifiuti pericolosi a rischio infettivo, devono essere gestiti con le stesse modalità dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo”.

Ovviamente l’ISS tiene anche in conto che non per tutti sia possibile organizzare la propria casa con le stesse cautele che utilizzerebbe un ospedale. Pertanto sono state diramate anche delle più semplici e pratiche linee guida (raccolte in un’infografica dal Ministero della Salute).

Per coloro che sono stati trovati positivi al tampone, quindi affetti da Covid-19, vige il divieto di NON differenziare i propri rifiuti, creando quindi un unico sacco dell’indifferenziata in cui gettare tutto, dalle mascherine ai residui organici. Per chi invece è solamente in quarantena continua a valere la buona norma della separazione dei rifiuti per tipologia (normale differenziata).

A tutti invece, nel trattamento dell’indifferenziata in cui anche i non positivi getteranno i DPI utilizzati, Quindi, si consiglia di: chiudere adeguatamente i sacchi utilizzando guanti monouso; non schiacciare e comprimere i sacchi con le mani; evitare l’accesso di animali da compagnia ai locali dove sono presenti sacchetti di rifiuti; far smaltire il rifiuto dalla propria abitazione quotidianamente con le procedure in vigore sul territorio (esporli fuori dalla propria porta negli appositi contenitori, dotati preferibilmente di apertura a pedale o nei contenitori/bidoncini assegnati/forniti dai preposti, o gettarli negli appositi cassonetti condominiali o di strada destinati ai rifiuti indifferenziati). I guanti monouso utilizzati per l’operazione dovranno essere tolti rovesciandoli ed essere eliminati nel successivo sacco di rifiuti indifferenziati. Nel caso in cui il soggetto positivo o in quarantena non possa far ritirare i rifiuti da qualcuno che si faccia carico del conferimento ai cassonetti o con altra modalità prevista sul territorio, si raccomanda di istituire un servizio dedicato di ritiro da parte di operatori addestrati (es. Protezione Civile, Esercito, Croce Rossa, ecc.).