Logo
L'editoriale

Dove porterà la corsa a sinistra di Cgil e Pd?

4 ottobre 2025 | 12:02
Share0
Dove porterà la corsa a sinistra di Cgil e Pd?

Landini e Schlein spingono alla mobilitazione per non farsi scavalcare: quanto consenso reale porterà questa strategia?

REGGIO EMILIA Partiamo dai numeri, che sono imponenti. Portare in piazza 15mila persone (due milioni in Italia) è un’ottima notizia per la democrazia che è fatta di partecipazione. Poi gli studenti, a migliaia, ieri a Reggio e a centinaia di migliaia nelle piazze italiane. Era da tanto tempo che i giovani non saltavano le lezioni per partecipare in massa a una manifestazione del genere.

Ci saranno stati anche molti che hanno preferito evitare una interrogazione o una verifica, sicuramente l’espediente di incatenarsi davanti al polo scolastico di via Makallè ha convinto tanti a pensare, “perché no, facciamoci contagiare da questa bella giornata di festa”, tuttavia tanti giovani appartenenti a una generazione, che viene spesso descritta come amorfa e interessata solo a scrollare i reel sul proprio cellulare, hanno, per la prima volta, assaporato la libertà di cantare, ballare e battersi per degli ideali e dei valori.

Non è una cosa da poco quella che è avvenuta ieri nelle piazze italiane. Teniamocela stretta.

Però, poi, ci sono da fare anche delle altre considerazioni. Chi ha partecipato alla marcia dei 15mila di ieri a Reggio Emilia non ha potuto fare a meno di notare che, in una manifestazione che aveva indubbiamente obiettivi unitari, c’erano due anime: una più istituzionale, rappresentata dalla Cgil e una più movimentista rappresentata da varie sigle che fanno riferimento all’area di estrema sinistra: Lab Aq16, Città Migrante, Casa Bettola, Usb (sindacato che aveva da tempo annunciato lo sciopero, ndr), Rifondazione, Anarchici, Rec, Collettivo scolastico Rabun e studenti.

Quest’ultima era la più numerosa e bisogna dire che ha manifestato in modo pacifico e civile come, del resto, siamo abitutati nella nostra città. Come era già accaduto un paio di settimane fa quando venerdì 19 settembre il sindacato era sceso in piazza con un presidio di 1.500 persone davanti alla prefettura e il lunedì dopo le sigle che abbiamo citato prima avevano portato per le vie della città 6-7mila persone. La divisione dei due cortei è avvenuta all’altezza di piazza Gioberti quando il servizio d’ordine della Cgil ha deviato il corteo sindacale verso la prefettura, mentre l’altro spezzone, molto più numeroso, si dirigeva verso il centro di Reggio Emilia e poi verso la stazione dove, per fortuna, non ci sono stati disordini.

Il dato “politico” della giornata di ieri, ci si passi questo termine, dato che quello di ieri era uno sciopero politico, a nostro parere, è che la Cgil, ma anche il Pd, che con molti esponenti, sindaci, consiglieri regionali e comunali, membri della giunta Massari era presente a quella manifestazione, si stanno spostando sempre più verso sinistra. L’altro dato è che le altre due sigle sindacali, Cisl e Uil, non hanno partecipato alla manifestazione. La guerra a Gaza e quello che è successo alla Global Sumud Flotilla hanno sicuramente aiutato questo spostamento, ma, a dire la verità, era in atto da tempo.

Il segretario Landini, che lo ricordiamo, è di Reggio Emilia, ha temuto di essere scavalcato a sinistra dall’Usb e ha reagito proclamando lo sciopero generale. Il Pd della Schlein sta facendo la stessa cosa e, temendo di essere scavalcato a sinistra dal M5S, cerca di prendersi pure lui le piazze correndo dietro alla sinistra, anche a costo di inciampi clamorosi come quello dei fischi al sindaco Massari di domenica mattina al teatro Valli.

Per entrambi però, sindacato e Pd, si impone una riflessione. Quante delle persone che erano in piazza ieri, appartenenti come abbiamo detto all’estrema sinistra, votano o voteranno (visto che c’erano anche molti minorenni) centrosinistra e quanti sono iscritti e si iscriveranno alla Cgil? Lo scriviamo perché il dubbio è legittimo e perché esiste anche un’altra Italia che non è andata in piazza ieri, anche se sicuramente è indignata per il massacro di Gaza, ma forse è più preoccupata, magari egoisticamente ma concretamente, del potere di acquisto delle famiglie che crolla, della sanità sempre più in crisi, di una scuola che sta andando a pezzi, dell’economia stagnante e del lavoro sempre più precario e pagato sempre meno. Sindacato e Pd devono dare risposte e manifestare anche per questa.

Anche perché, il recente voto nelle Marche, per esempio, non è stata una buona risposta da questo punto di vista visti i risultati e il fatto che un elettore su due non è andato a votare. Non vorremmo che la maledizione delle piazze piene e urne vuote si abbattesse su Landini e sulla Schlein.