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Saman, i giudici: “Lo zio era pienamente coinvolto”

9 settembre 2025 | 18:03
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Saman, i giudici: “Lo zio era pienamente coinvolto”

I magistrati, nelle motivazioni della sentenza d’appello, sottolineano come la versione fornita da Danish Hasnain sia poco credibile

REGGIO EMILIA – “Pur persistendo incertezze su chi abbia materialmente serbato la condotta omicidiaria, sussiste un supporto probatorio fittissimo e solido che consente di inferire che, oltre a Shabbar Abbas e Nazia Shaeen, anche Danish Hasnain sia parimenti e pienamente coinvolto nell’omicidio di Saman Abbas”.

Lo scrivono i giudici della Corte D’Assise d’Apello di Bologna nelle oltre 400 pagine di motivazioni relative alla sentenza emessa lo scorso aprile nel processo di secondo grado per l’omicidio della 18enne pachistana, uccisa dai parenti a Novellara (Reggio Emilia) nel 2021. Lo zio della ragazza, che il 18 novembre del 2022 ne fece ritrovare i resti in una fossa scavata sotto un casolare diroccato, ha subito tra i due gradi di giudizio un aggravvamento della condanna, da 14 a 22 anni.

Questo perché la sua ricostruzione è apparsa poco credibile dalla Corte d’Appello in alcuni passaggi. Ad esempio quando l’uomo ha affermato che la notte dell’omicidio della nipote – tra il 30 aprile e l’1 maggio di quattro anni fa – stava dormendo e fu svegliato dai cuigini di Saman (Noman Hul Naq e Ikram Ijaz) che lo portarono sul luogo del delitto.

“Il suo telefono – osservano però i giudici nelle motivazioni – ha squillato in continuazione fino a pochi istanti prima della morte di Saman e vi sono state conversazioni vere e proprie”. Pertanto, “non appare verosimile che un soggetto terzo, approfittando del sonno profondo di Hasnain si sia lui sostituito conversando col telefono”. Negli inquirenti ha poi destato perplessità il fatto che, da parte dello zio, “non risulta essere stato articolato alcun interrogativo ai cugini circa le ragioni della morte di Saman”.

Infatti “l’imputato, secondo la di lui ricostruzione, si trova innanzi una ragazza giovane e in piena salute improvvisamente deceduta e non chiama i soccorsi o le forze di Polizia né soprattutto chiede cosa sia accaduto”. Anzi, “appare assolutamente distaccato nel cuore della notte a fronte di una comunicazione quale la morte della nipote, e ritiene quale unico comportamento ragionevole quello di accompagnare passivamente i coimputati e presenziare alla sepoltura del corpo di Saman”.

Infine, poche ore dopo la morte della 18enne, “quando ancora nulla faceva presagire in terzi estranei la ricorrenza non già di un omicidio bensì anche solamente di un qualsivoglia comportamento penalmente rilevante, Danish (al telefono) istruisce la moglie sul comportamento mendace da tenere in ipotesi davanti agli inquirenti sulle sorti del nucleo familiare e cerca di tranquillizzare la moglie, alla quale non è stato spiegato esplicitamente nulla ma che mostra una chiara e lucida consapevolezza della recentissima consumazione di un evento tragico riguardante la famiglia, e dalle possibili conseguenze molto rischiose”.