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Editoriali

Polo della Moda: due rive, un fosso e nessun vincitore

6 luglio 2025 | 08:34
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Polo della Moda: due rive, un fosso e nessun vincitore

Un progetto da 100 milioni di euro svanito tra proclami industriali disattesi e goffaggini politiche

REGGIO EMILIA – “Per fare un fosso ci vogliono due rive”. È un vecchio detto popolare che ben si adatta alla vicenda del Polo della Moda Max Mara. Perché, se da un lato il Pd reggiano e il sindaco Massari hanno sicuramente gestito male la vicenda, dall’altro lato c’è un imprenditore che ha annunciato alla città un progetto da oltre cento milioni di euro in pompa magna, salvo poi ritirarlo con la spiegazione, peraltro non del tutto convincente, del clima “divisivo” che si era venuto a creare in seguito allo sciopero e alle condizioni delle lavoratrici a Manifattura di San Maurizio, azienda del gruppo Max Mara.

Non del tutto convincente, dicevamo, perché risulta difficile capire come un industriale che ha in cantiere un progetto del genere, ci rinunci per un problema sindacale che ha avuto un’eco mediatica. Più facile pensare che vi siano altri motivi che, al momento, non sono stati resi noti.

Ma torniamo alla vicenda. Ci sono state polemiche in consiglio comunale, poche a dire il vero e soprattutto da parte di Coalizione civica, ci sono state interrogazioni del Pd in Regione e in Parlamento (e queste hanno fatto certamente più male) e, soprattutto, c’è stato il gesto poco elegante e poco accorto, da parte del primo cittadino, di entrare in una vicenda sindacale e convocare le operaie in municipio. 

Ma è altrettanto vero che Maramotti ha scelto di rinunciare a un progetto su cui i tecnici comunali avevano lavorato per più di un anno e che il consiglio comunale aveva approvato in tempi record rispetto alla media dei procedimenti urbanistici. Diciamoci la verità, è stata una iniziativa piuttosto brutale quella di stoppare il Polo della Moda in questo modo e anche poco rispettosa nei confronti della città e di chi si è impegnato per velocizzare al massimo l’iter in sede urbanistica. 

Non è del tutto corretto, in sostanza, raccontare questa vicenda come se fosse solo colpa di un’amministrazione comunale incapace, o ostile alle imprese. Perché, se è vero che per fare un fosso ci vogliono due rive, qui entrambe hanno contribuito a scavarlo e a far finire in fondo a quel fosso un progetto che, piaccia o no, aveva già ottenuto il plauso della città e tutte le autorizzazioni necessarie per partire.