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Parmigiano Reggiano di montagna: la Latteria San Giorgio di Casina tra qualità e tradizione

31 luglio 2025 | 15:25
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Parmigiano Reggiano di montagna: la Latteria San Giorgio di Casina tra qualità e tradizione

Fondata nel 1947, produce una ventina di forme al giorno. Il presidente Chiesi: “Le attività del caseificio si integrano perfettamente con il turismo del nostro Appennino”

CASINA (Reggio Emilia) – La Latteria sociale San Giorgio di Cortogno è situata a Casina nel cuore dell’Appennino Reggiano. Qui la terra coltivabile è poca ed è dura da lavorare, i campi ripidi rendono la vita difficile anche ai mezzi più potenti. L’assenza di conservanti e altri correttori chimici lasciano al latte e alle mani del casaro il compito di definirne il gusto che, proprio come un buon vino, racconta i sapori delle sue terre e dei suoi foraggi.

Il marchio “prodotto di montagna” viene conferito solo al Parmigiano Reggiano prodotto interamente in montagna che supera rigidi controlli di qualità. Dall’allevamento al caseificio, ogni passaggio viene accuratamente esaminato per garantire un formaggio genuino, salutare e prodotto secondo tradizione. La latteria San Giorgio è uno di questi caseifici.

Siamo andati a visitarla e abbiamo parlato con il suo presidente, Marcello Chiesi che ci ha detto: “La nostra latteria sociale è stata fondata nel 1947. Allora c’erano circa 30 conferenti nella zona, attorno alla frazione di Cortogno. Poi, negli anni, alcune realtà hanno cessato di esistere e altre si sono ampliate. Oggi produciamo circa 20-24 forme di Parmigiano Reggiano al giorno, con 7 soci che sono in un raggio di circa 6-7 chilometri. La nostra è una delle latterie più piccole del nostro Appennino, però abbiamo cercato di distinguerci nella produzione di Parmigiano Reggiano grazie al marchio di montagna, un marchio aggiuntivo del consorzio Parmigiano Reggiano di cui ti puoi fregiare solo se hai alcune caratteristiche”.

Nel 2013, il regolamento di uno dell’Unione Europea ha dato la possibilità ai produttori delle zone montane dell’Ue di potersi fregiare di questa denominazione. Il consorzio del Parmigiano Reggiano fu il primo a iniziare un percorso di certificazione che prevedeva caratteristiche ben specifiche.

L’alimentazione del bestiame, con almeno il 60% di fieno di montagna. L’ubicazione del caseificio e del magazzino che devono essere in zona montana. In più il Consorzio ha voluto dare una connotazione ancora più qualitativa, facendo un’espertizzazione aggiuntiva a quella del dodicesimo mese che avviene al ventesimo. E, soprattutto, facendo anche un prelievo di formaggio per avere un riscontro qualitativo sulla sua qualità. Se queste procedure vengono rispettate, allora il Parmigiano Reggiano si può fregiare del marchio “di montagna”.

Conclude Chiesi: “Le attività del caseificio, poi, si integrano perfettamente con il turismo del nostro Appennino. Facciamo visite guidate all’interno del caseificio. Poi abbiamo il bar e il noleggio delle biciclette per fare delle escursioni per visitare i sentieri del nostro del nostro territorio e anche per fare giri un po’ più lunghi verso il nostro Appennino”.