Ferrarini, l’azienda: crediti lavoratori liquidati entro gennaio
Durante l’incontro con i sindacati è stato annunciato l’aumento di capitale da 10 milioni che porterà il controllo di Pini al 100% sul gruppo. Masone: confermato nuovo stabilimento, inizio lavori nel 2026
REGGIO EMILIA – I crediti dei lavoratori saranno liquidati entro gennaio (anche prima se Amco entra), un aumento di capitale da 10 milioni di euro che porta il controllo di Pini al 100% su Ferrarini. Gli investimenti in corso e programmati superano i 19 milioni tra Parma e Vismara, mentre a Reggio Emilia è confermato il nuovo stabilimento nell’area ex Aia di Masone: rogito entro settembre 2025, inizio lavori nei primi mesi del 2026.
E’ quanto è emerso dall’incontro fra sindacati e azienda del 25 giugno scorso, mentre il commissario giudiziale, Bruno Bartoli, si esprime positivamente sulla fattibilità del piano concordatario. L’unica incognita, sullo sfondo, è che il concordato è ancora in via di approvazione, perché pesa ancora un ricorso sull’omologa dello stesso. Va detto, comunque, che i precedenti 7-8 ricorsi sono stati respinti.
La relazione del commissario
Il commissario Bruno Bartoli, nella sua relazione, di cui Reggio Sera è in possesso, scrive: “Allo stato dei dati, delle informazioni e delle notizie tempo per tempo prodotte dalla società ricorrente, da soggetti terzi, così come dall’esito delle verifiche svolte dallo scrivente in autonomia e sulle stesse, si ritiene che non sussistano concreti dubbi in ordine alla fattibilità economica del piano ed alla capacità di adempiere la proposta, ferma l’alea dell’impresa, per quanto descritto”.
E ancora: “Considerando la qualità dei risultati di gestione che documentano costante valorizzazione della struttura aziendale, della forza lavoro, dei valori patrimoniali attraverso i positivi risultati economici, non sussistono le condizioni per esprimere un giudizio di non fattibilità e/o non eseguibilità della proposta”.
L’incontro con i sindacati
Durante l’incontro del 25 giugno scorso tra sindacati e il nuovo proprietario Roberto Pini, che Reggio Sera ha potuto visionare, Ferrarini ha comunicato di aver deliberato il 16 giugno un aumento di capitale di 10 milioni di euro, che si completerà entro i primi giorni di luglio, portando al controllo del 100% di Ferrarini e avviando il percorso per l’ingresso di Amco, secondo quanto previsto dal piano concordatario.
Si legge nel verbale dell’incontro: “Nonostante la pendenza giudiziaria sull’omologa del concordato, l’azienda ha confermato la volontà di proseguire nell’attuazione del piano. Per quanto riguarda i crediti dei lavoratori, l’azienda si impegna a liquidare l’intero ammontare entro la prima data di riparto (gennaio 2026). In caso di anticipato ingresso di Amco, le spettanze saranno liquidate in anticipo per tutti i lavoratori attualmente in forza. Le ferie maturate e iscritte a passivo nel concordato saranno restituite ai lavoratori, ricalcolando le giornate sulla base della tariffa oraria attuale. Le eventuali giornate non convertibili saranno conservate come permessi volontari non retribuiti, nella disponibilità individuale”.
Chi è Amco
Amco, Asset Management Company, è la società controllata dal Ministero dell’Economia nata dalla ex Sga, creata alla fine degli anni ’90 per gestire i crediti deteriorati del Banco di Napoli, poi confluita in Intesa Sanpaolo e rilevata dallo Stato nel 2016 per salvare le banche venete. Oggi gestisce fondi per decine di miliardi di euro. Ma perché non è ancora entrata nel capitale Ferrarini, come previsto dal piano concordatario?
Il piano del 2020, che ha sostituito la proposta ritirata del 2018, prevedeva l’ingresso con un finanziamento prededucibile fino a 12 milioni di euro e l’aumento di capitale del veicolo Rilancio Industrie Agroalimentari srl (controllante di Ferrarini) entro febbraio 2025. L’omologa definitiva, arrivata con ordinanza della Cassazione il 30 dicembre 2024, sembrava aver rimosso ogni ostacolo formale. Eppure l’erogazione del finanziamento e l’ingresso di Amco non sono avvenuti. Ad oggi Amco, secondo quanto si legge nella relazione del commissario Bartoli, “ha prorogato al 28 febbraio 2026 il termine di avveramento delle condizioni sospensive all’esecuzione dell’accordo quadro, in coerenza con la data di esecuzione concordata tra le parti”.
I numeri dell’azienda e i piani futuri
Intanto, dal confronto sindacale del 25 giugno sono emersi dati economici in crescita:
- Stabilimento Reggio Emilia: fatturato 2024 pari a 182 milioni (+30%), EBITDA +40% (13,3 milioni). Nei primi cinque mesi 2025 ulteriore crescita (+10% fatturato, +5% EBITDA).
- Lesignano: piena saturazione produttiva con circa 800.000 prosciutti stagionati all’anno.
- Vismara (Casatenovo): pareggio economico raggiunto dopo anni di perdite, con previsione di utile a breve.
Gli investimenti in corso e programmati superano i 19 milioni tra Parma e Vismara, mentre a Reggio Emilia è confermato il nuovo stabilimento nell’area ex AIA di Masone: rogito entro settembre 2025, inizio lavori nei primi mesi del 2026.
L’azienda ha deliberato il 16 giugno un aumento di capitale da 10 milioni per portare Ferrarini sotto controllo pieno e favorire l’ingresso di Amco, ma l’operazione è ancora in corso. Nel frattempo, i sindacati nazionali e territoriali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil hanno ribadito l’impegno a vigilare sulla piena tutela dei crediti dei lavoratori e sull’effettiva realizzazione del piano industriale.