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Max Mara e il Polo della Moda: l’illusione dei posti di lavoro

5 luglio 2025 | 14:27
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Max Mara e il Polo della Moda: l’illusione dei posti di lavoro

Il progetto da 100 milioni all’ex Fiere puntava ad accentrare uffici e magazzini già presenti in città, con un impatto occupazionale limitato: soprattutto nel settore del facchinaggio

REGGIO EMILIA – Lo hanno chiamato pomposamente Polo della Moda, ma sarebbe più corretto parlare di razionalizzazione della organizzazione della struttura Max Mara sul territorio. Un progetto sicuramente di qualità e realizzato da ottimi architetti, quello che Luigi Maramotti voleva allestire all’ex ente fiere, ma non con grandi ricadute sul territorio in termini di occupazione.

In molti, in questi giorni, commentano sui social che si sono persi mille posti di lavoro, ma non è così. Sicuramente si è rotto un rapporto decennale fra l’amministrazione comunale e la famiglia Maramotti, il che è sicuramente problematico dal punto di vista politico, ma il progetto del Polo della Moda è un po’ diverso da come lo stanno raccontando in molti.

Non stiamo infatti parlando di una nuova azienda che viene ad investire a Reggio, ma di una azienda che c’era già, Max Mara, che aveva deciso di accentrare lì magazzini e uffici che aveva altrove per Reggio, come del resto viene spiegato, più prosaicamente, nel piano che è stato presentato in Comune dall’azienda.

Si legge: “Il piano prevede la realizzazione di un centro direzionale del Gruppo che ospiterà oltre 800 persone con uffici, spazi per la progettazione, servizi e show rooms, oltre a due magazzini. L’investimento, stimato in oltre 100 milioni di euro, è funzionale all’ulteriore sviluppo del Gruppo garantendo il consolidamento dello stesso a Reggio Emilia, a fianco del Campus Max Mara da anni operativo nell’Area nord della città”.

E ancora: “Max Mara Fashion Group ha di recente razionalizzato la propria struttura industriale identificando due società, Max Mara srl e Dedimax srl, come i soggetti a cui delegare lo sviluppo industriale e commerciale dei propri marchi. Max Mara srl, che si occupa dei marchi “premium”, ha da tempo un proprio Campus in via Giulia Maramotti a Reggio Emilia, mentre Dedimax srl, a cui fanno riferimento i marchi che si rivolgono al segmento “contemporary”, svolge le proprie attività su differenti siti, dislocati sul territorio, che non presentano più le dimensioni e le caratteristiche funzionali tali da garantire l’ulteriore sviluppo dell’azienda. Da qui l’esigenza di un nuovo spazio, più adeguato per Dedimax srl, in grado di ospitare, in un unico sito, sia i magazzini, sia il centro direzionale”.

Si legge anche che “la vicinanza di questo nuovo Polo della Moda alla Stazione Av Mediopadana e al Casello autostradale, oltre che al campus Max Mara, consentirà di ridurre i tempi di collegamento con le più importanti città italiane ed estere determinando ulteriori sinergie tra le due società del gruppo in numerosi ambiti, a partire da quello della ricerca e dello sviluppo dei prodotti, andando a formare un centro di eccellenza internazionale nel campo della moda”.

Insomma, ad essere generosi, di nuove assunzioni, in quell’area ce ne sarebbero state due o trecento, legate a manodopera di bassa qualificazione, ovvero cooperative che si occupano di facchinaggio. Se si vuole dire che il progetto Max Mara avrebbe riqualificato la zona, con un progetto di alta qualità, il discorso sta in piedi, ma se si vuole spacciarla come una occasione persa in termini di occupazione, le cose stanno diversamente.