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Saman, in appello la procura chiede l’ergastolo per tutti

7 aprile 2025 | 17:10
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Saman, in appello la procura chiede l’ergastolo per tutti

“Azione inumana e barbara”. Chiesta la massima pena per i genitori, lo zio e i cugini imputati per l’omicidio della diciottenne di Novellara

BOLOGNA – Conferma dell’ergastolo per i genitori di Saman Abbas, Nazia Shaheen e Shabbar Abbas, e condanna all’ergastolo anche per lo zio Danish Hasnain e per i cugini Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz, con un anno di isolamento diurno e il riconoscimento delle aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti e futili. Queste le richieste di pena formulate dalla sostituta pg di Bologna Silvia Marzocchi nel processo d’appello sull’omicidio della 18enne di origine pachistana, uccisa a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021.

Per la sostituta pg, la giovane fu “vittima di un’azione inumana”. Nella parte finale della requisitoria, Marzocchi- che già nella scorsa udienza si era detta convinta che la ragazza fu “condannata a morte da tutta la famiglia” e che la decisione di ucciderla non fu il frutto “dell’arrabbiatura di una notte”- ha ribadito la propria certezza che si sia trattato di un omicidio premeditato. A sostegno della propria tesi, la rappresentante della pubblica accusa ha richiamato vari elementi, tra cui “il famigerato scavo della buca”, la “programmazione del viaggio in Pakistan” e un messaggio vocale di una zia di Saman. E ha aggiunto: “Se tutti erano d’accordo” per commettere il delitto, allora “tutti hanno concorso anche nel reato di soppressione di cadavere”.

Per la Procura generale ci sono poi “indizi gravi e concordanti” a carico dei due cugini, tra cui “l’uso di due pale diverse” per scavare la fossa, il fatto che nella loro abitazione siano state trovate due pale compatibili con quelle utilizzate per scavare la fossa in questione e “la fuga dopo il fatto”. Da parte dei due ci sarebbe quindi stato “un contributo di piena collaborazione e partecipazione al delitto”.

Nel suo intervento, Marzocchi ha esaminato prima le posizioni dei cugini, per poi soffermarsi sullo zio e infine sui genitori, con il padre di Saman che ha scosso la testa e si è portato le mani al volto, coprendosi gli occhi, quando si è parlato della sua partecipazione al delitto. Nel processo di primo grado la Procura reggiana aveva chiesto l’ergastolo per i genitori e 30 anni per lo zio e i cugini. Questi ultimi due furono assolti, mentre lo zio fu condannato a 14 anni ed entrambi i genitori all’ergastolo.