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Investire sui giovani è la chiave per valorizzare il lavoro artigianale

29 aprile 2025 | 15:59
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Investire sui giovani è la chiave per valorizzare il lavoro artigianale

Questo il tema emerso durante il convegno “I valori del lavoro” di Cna Reggio Emilia

REGGIO EMILIA – I giovani devono riavvicinarsi al mondo dell’artigianato e della piccola impresa che rappresentano voglia di fare e creatività ed è nostro compito rimettere al centro della nostra azione una strategia che riporti importanza ai valori del fare impresa. In agricoltura, grazie ai finanziamenti e alla svolta green, è successo per l’artigianato e la piccola impresa c’è tanto lavoro da fare. Il passaggio generazionale, se affrontato in modo sbagliato, non porta i suoi frutti ed è per questo motivo che Cna si impegna a recuperare i valori del lavoro artigiano, raccogliendo i bisogni degli imprenditori e dialogando con le istituzioni, rimarcando con forza il valore dell’associazione e della rappresentanza”.

Con queste parole il segretario generale diCna nazionale Otello Gregorini ha aperto la tavola rotonda in occasione del convegno “I valori del lavoro”, organizzato da Cna Reggio Emilia al Tecnopolo come momento di confronto tra gli imprenditori dell’Associazione, il mondo della scuola e le autorità. Gregorini ha anche ricordato che sono le forme con cui fare impresa: solo Cna rappresenta quarantasette mestieri.

Proprio dall’analisi dei valori del lavoro, che Cna Reggio Emilia ha svolto su un campione di più di 250 imprenditori, ha preso avvio il dibattito tra i relatori presenti in sala: il segretario generale di Cna nazionale Otello Gregorini, l’imprenditrice rappresentante degli “under 40” ed ex presidente Cna Impresa Donna Reggio Emilia Beatrice Sgarbi, l’imprenditore rappresentante degli “over 40” ed ex presidente Cna Reggio Emilia Nunzio Dallari e il professore di organizzazione aziendale dell’Unimore Massimo Neri.

convegno

Anche il professor Massimo Neri ha sottolineato l’importanza di formare i giovani a tutto tondo e quindi non solo con lo studio accademico ma anche sperimentando il lavoro concreto nelle imprese. “È per questo motivo che università e mondo imprenditoriale oggi – commenta il professor Neri – collaborano a stretto contatto. L’obiettivo dell’università è produrre conoscenza mentre quello delle aziende è formare figure competenti per il mercato del lavoro. Solo in questo modo, collaborando e creando partnership tra scuola e lavoro, si può invogliare i giovani a voler diventare imprenditori”.

Cna Reggio Emilia lo sa bene: infatti, è da diversi anni che è stata istituita una sezione Education che porta negli istituti superiori e nelle università testimonianze d’impresa, e lavora con i giovani attraverso stages e tirocini.

A seguire, Beatrice Sgarbi e Nunzio Dallari si sono confrontati, riportando le proprie testimonianze di impresa, evidenziando similitudini e contrasti evidenti, in un vero e proprio passaggio di testimone da una generazione, quella degli “over 40” che ha vissuto un periodo storico favorevole alla diffusione del lavoro artigiano, a un’altra che lo sta riscoprendo ma non senza difficoltà dettate da una società globalizzata e individualista. In conclusione, alla domanda “perché diventare imprenditrice?”, Beatrice Sgarbi dichiara che: “aprire un’impresa è una sfida che va colta per autorealizzarsi perché offre una visione concreta del mondo del lavoro, un’avventura e un’opportunità sociale”. Per Nunzio Dallari invece “si diventa veri imprenditori quando si ha una grande passione per il proprio lavoro, una forte spinta a realizzarsi e la voglia di creare qualcosa”.