“Witness to Genocide” gli scatti di Mohammed Zaanoun a Bibbiano

Le fotografie resteranno esposte fino a giovedì 27 marzo al teatro Arci di Barco, poi saranno a San Polo e Montecchio
BIBBIANO (Reggio Emilia) – Un’esposizione intensa e toccante racconta, attraverso potenti scatti fotografici, la vita quotidiana e le violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi. La mostra, promossa dal sindacato Pensionati SPI CGIL e dall’Anpi Bibbiano, con il patrocinio del Comune di Barco, è curata dal Comitato Provinciale Arci di Ferrara e offre uno sguardo diretto su una realtà segnata da conflitti e ingiustizie.
L’evento inaugurale si terra’ sabato 22 marzo alle 18 nella Sala F.lli Corradini di Barco. A presentare la mostra sarà il giornalista Giulio Di Meo di Witness Journal, seguito dalla lettura di poesie di Giovanni Cossu in italiano e in arabo, con la partecipazione di Mariam Afifi.
Dopo l’introduzione, i visitatori potranno spostarsi nella sala del Teatro Arci di Barco, dove le fotografie resteranno esposte fino a giovedì 27 marzo. La mostra farà poi tappa in altre due località:
- San Polo: dal 28 al 30 marzo presso il Circolo Arci Indiosmundo;
- Montecchio: il 5-6 aprile e il 12-13 aprile presso Casa Cavezzi.

Le immagini in mostra sono firmate da Mohammed Zaanoun, membro del collettivo Activestills, un gruppo di fotografi palestinesi, israeliani e internazionali che dal 2005 documenta le ingiustizie per sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare il cambiamento sociale e politico.
Originario di Gaza City, Zaanoun ha dedicato la sua carriera a raccontare la realtà della Striscia di Gaza. Nel 2006 è rimasto gravemente ferito mentre documentava un attacco aereo su Ash-Shuja’iyeh. Dal 2018, il suo lavoro si è concentrato sulla Grande Marcia del Ritorno, proteste che chiedevano la fine dell’assedio di Gaza e il diritto al ritorno per i rifugiati palestinesi.
Negli ultimi quattro mesi, Zaanoun ha testimoniato la devastazione senza precedenti della sua terra, vivendo in prima persona la tragedia di bombardamenti, assedi e migliaia di vittime. Nonostante le minacce e il pericolo costante, ha continuato a raccontare il conflitto attraverso il suo obiettivo, subendo anche minacce dirette per fermarlo.

Zaanoun è oggi riconosciuto a livello internazionale: i suoi lavori sono stati pubblicati su testate come Le Monde, The New York Times e Al Jazeera. Ha collaborato con ONG e organizzazioni per i diritti umani, formando altri fotografi e diffondendo il suo messaggio attraverso mostre e social media.
Nel 2024, il suo impegno è stato premiato con l’Award of Excellence al concorso Pictures of the Year International. Tuttavia, dal febbraio 2024, il fotoreporter è stato costretto all’esilio forzato insieme alla sua famiglia, a causa delle minacce ricevute per il suo lavoro di denuncia.