
La punizione di Giuseppe Arabia per G.R.: “Li ho fatti pisciare addosso quando li ho bloccati con tre armi”
REGGIO EMILIA – Nell’ottobre del 2007 aveva testimoniato ad una udienza del processo “Grande Drago” come persona offesa, dopo aver subito un tentativo di estorsione da parte di Giuseppe Arabia (classe 1966). Per questo il boss lo obbligò in seguito a scusarsi, baciandogli i piedi. Si tratta di G. R. a cui Arabia e un’altra persona puntarono addosso ben tre armi (“li ho fatti pisciare addosso quando li ho bloccati con tre armi”, diceva Arabia).
Come emerge dalle carte dell’operazione “Ten”, il 59enne finito oggi in carcere chiarì poi come andò a finire la vicenda: “E mi chiedeva perdono e mi baciava i piedi”. Che per Arabia usare i metodi tradizionali estorsivi della ‘ndrangheta fosse naturale lo dimostra anche un’altra intercettazione in cui intimava ad un suo debitore: “Ti vengo a prendere fino a casa. Pino Arabia cose indietro non ne lascia”. E in una terza conversazione captata, con riferimento al camion di una persona che gli doveva dei soldi, sempre Arabia diceva: “Appena lo riscatta ne faccio un falò”.