
Giuseppe Arabia, arrestato oggi nell’operazione Ten, voleva dargli una lezione per un debito non saldato
REGGIO EMILIA – La mattina dell’esecuzione dell’operazione Aemilia (il 28 gennaio del 2015) Giuseppe Arabia (classe 1966), arrestato oggi nell’operazione Ten, andò a cercare Michele Bolognino per “dargli una lezione”. Bolognino era infatti debitore di 25.000 euro nei confronti di uno dei figli del boss, davanti al quale non si era mai presentato nonostante questi lo avesse nei mesi precedenti “mandato a chiamare”.
E’ uno dei retroscena contenuti nell’ordinanza del Gip di Bologna Alberto Ziroldi, relativa alle misure cautelari dell’operazione “Ten” contro la ‘ndrangheta a Reggio Emilia. La spedizione punitiva fu però bloccata dal fatto che quella mattina Bolognino fu arrestato. “A quello gli è andata bene che l’hanno carcerato, sennò io…” il commento di Arabia. L’episodio, come spiegato dal procuratore capo facente funzioni di Bologna Francesco Caleca è indicativo di come il gruppo criminale facente capo alla famiglia Arabia utilizzasse in modo sistematico e visibile la violenza.