Editoriali

Ex Fiere, una storia travagliata che fa ancora discutere

20 marzo 2025 | 19:20
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Ex Fiere, una storia travagliata che fa ancora discutere
Il progetto del Polo della Moda presentato da Max Mara

La liquidazione, poi i tentativi di rilancio: infine l’asta a un prezzo stracciato e la variante urbanistica che ha aumentato il valore dell’area

REGGIO EMILIA“L’impostazione mi sembra sia quella di una commissione di inchiesta”. Non ha reagito bene il sindaco Massari di fronte alle domande poste dal capogruppo di Fdi, Cristian Paglialonga, nella commissione Bilancio e Patrimonio che si è tenuta nei giorni scorsi.

In particolare Paglialonga ha chiesto conto del perché, nella fase dell’asta degli asset immobiliari di via Filangeri (capannoni e terreni poi venduti per 6,8 milioni all’imprenditore Giorgio Bosi che li ha ceduti l’anno scorso a Max Mara per una cifra superiore ai 12 milioni), il Comune non abbia dato rassicurazione ai potenziali acquirenti del cambio di destinazione d’uso di alcuni terreni, che ne avrebbe aumentato di certo il valore.

Il sindaco ha scaricato sostanzialmente la responsabilità sugli amministratori passati e ha detto che questa vicenda non è stata seguita da lui. Ha anche aggiunto che forse, in quella fase, non era opportuno intervenire sulla destinazione d’uso di quei terreni. Oggi, con un comunicato stampa, il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Riccardo Ghidoni, è tornato sulla vicenda sostenendo che sarebbe stato inopportuno intervenire con una variante urbanistica che avrebbe potuto influenzare il mercato immobiliare con conseguenze giuridiche incerte.

La domanda di Paglialonga, tuttavia, non è peregrina anche perché uno si potrebbe domandare come mai non si poteva fare la variante prima per soddisfare i creditori e vendere al meglio l’area delle fiere e invece dopo sì, aumentando il valore dell’area a vantaggio del privato (Max Mara) che l’ha acquistata. Sia come sia, Dopol’acquisto da parte di Maramottidell’area delle ex fiere crediamo sia utile, ai fini della comprensione di quanto accaduto, riepilogare la vicenda delle Fiere negli ultimi anni e poi ognuno, leggendo, si farà la sua opinione.

Le fiere finiscono in concordato alla fine del 2012 e in liquidazione nel 2013. Lo scioglimento della società risale all’aprile del 2015. Finisce tutto in mano al commissario liquidatore. Ma l’attività non si ferma, perché vengono prese in gestione prima dalla società La Bussola, per un paio d’anni e poi da Terminal One, una cordata formata da importanti imprenditori reggiani nel 2018.

Terminal One gestì le fiere per un paio d’anni. Poi, alla fine del 2019, ci fu l’asta pubblica per l’aggiudicazione dell’area. Parteciparono Terminal One, la società che le aveva gestite per due anni e Giorgio Bosi, presidente della Pibiplast, azienda con sede a Correggio, nel reggiano, che opera nel settore del packaging per la cosmetica. Terminal One fece un’offerta irrevocabile d’acquisto a 6,8 milioni e Bosi rilanciò a 6 milioni e 850mila euro e si portò a casa il polo espositivo reggiano non dando vita a nessun tipo di iniziativa, a parte la concessione, nel 2021, per le vaccinazioni Covid.

Poco dopo Terminal One rivolse le sue attenzioni ai parcheggi della Mediopadana, in un’area che aveva acquistato nel luglio del 2019. Fece un accordo con il Comune nel luglio del 2020 e ora sta gestendo i parcheggi della stazione a 500 metri delle fiere. Quattro anni e mezzo dopo Bosi, le rivenderà a Maramotti a un prezzo di poco superiore ai 12 milioni di euro.

Poco dopo questo acquisto il Comune ha predisposto un piano attuativo di iniziativa pubblica che è stato assunto dalla giunta comunale (a cui è seguita l’adozione da parte del Consiglio comunale) che ha trasformato quell’area da uso pubblico a privata, aumentandone così considerevolmente il valore.

Max Mara realizzerà lì, in base al progetto che ha presentato in Comune, un head quarter rettangolare di 31mila e 514 metri quadrati con un’altezza di 15 metri e due magazzini rettangolari di 64mila e 226 metri quadrati (con un’altezza di 30 metri che potrebbe arrivare anche a 45) e un’area verde di circa 25mila metri quadrati. E’ questo il progetto industriale che Max Mara ha presentato al Comune per il Polo della moda che sorgerà sull’area delle ex fiere.

Il fatto che i due magazzini insistano su un’area che è il doppio rispetto a quella dell’head quarter e che la volumetria, nel complesso, sia almeno il quadruplo, conferma l’idea che quello, più che un polo della moda, sarà un polo della logistica.