
La Finanza: “Avrebbero incassato tangenti con finte società di consulenza”. L’indagine partì da una denuncia di Conad Centro Nord
REGGIO EMILIA – Sono due gli ex dirigenti della catena di supermercati Conad indagati dalla Procura di Bologna per i reati di corruzione e autoriciclaggio, che sarebbero stati commessi nell’ambito dell’operazione chiamata “Mont Blanc” del 2019, finalizzata all’acquisizione dei punti vendita di Auchan. Si tratta dell’ex amministratore delegato Francesco Pugliese e di Mauro Bosio, che ricopriva l’incarico di direttore finanziario, finiti nel mirino delle Fiamme Gialle bolognesi insieme ad altre sette persone, tra cui la moglie e il figlio di Pugliese e il fratello di Bosio.
In particolare, secondo l’accusa, gli ex vertici di Conad avrebbero dato vita a società di consulenza fittizie, attraverso le quali ottenere tangenti da parte di imprenditori che, di fatto, pagavano per ottenere contratti con Conad. Tra questi – si legge nel decreto di sequestro di beni per 36 milioni e mezzo spiccato oggi dal gip del tribunale felsineo Nadia Buttelli – anche Raffaele Mincione, finanziere a capo del gruppo Wrm (finito nell’inchiesta del Vaticano sulla compravendita un palazzo della Santa Sede in Sloane Avenue a Londra e condannato in primo grado a 5 anni e sei mesi di reclusione) che avrebbe versato a Bosio e Pugliese una “mazzetta” da 11,3 milioni.
Le indagini sono partite dalle denunce – risalenti al luglio del 2022 – presentate da due cooperative associate, una delle quali è Conad Centro Nord con sede a Campegine. I proventi della presunta attività corruttiva erano reinvestiti dagli indagati prevalentemente in investimenti finanziari ma, per giustificarli (nei bilanci venivano genericamente indicati come “dividendi”) Pugliese aveva anche acquistato una vettura storica per partecipare a varie edizioni della “Mille Miglia”. Si tratta di un’auto modello “Triumph” costata 70.000 euro.