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/Punto nascite Castelnovo Monti: “Le donne della montagna meritano rispetto”
20 febbraio 2025 | 18:31

I consiglieri comunali del gruppo Castelnovo al Centro: “Sconcertante il modo in cui i vertici regionali e locali hanno chiuso la partita”
CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – “Le parole pronunciate dall’assessore Regionale alla Sanità, Massimo Fabi, che chiudono ogni porta ad una riapertura dei punti nascite in montagna, e le successive parole dell’Assessore di Castelnovo Monti, Carlo Boni, destano sconcerto sia per le modalità sia per la superficialità con cui si è deciso di delineare il futuro delle donne in Appennino”.
Lo scrivono i consiglieri comunali del gruppo Castelnovo al Centro Ermanno Briglia, Maria Claudia Beretti, Mattia Casotti e Gabriele Tacconi, che aggiungono: “Quando l’assessore parla di sicurezza lo fa sbagliando considerando una media di sicurezza tra ospedali, in ambito esclusivamente intraospedaliera, ma mai considerando, come dovrebbe essere, la sicurezza dalla mamma e del bambino che provengono dal territorio, dove le distanze ed i tempi di percorrenza sono fondamentali. È più sicuro partorire in auto o in ambulanza o in una struttura ospedaliera? Il diritto alla salute parte anche dall’organizzazione di servizi diffuso nel territorio. I problemi anche gravi si sono avuti nel nostro Appennino quando il punto nascita di Castelnovo è stato chiuso. Non sempre tutto è programma ed in ostetricia una struttura aperta ad una distanza ragionevole fa la differenza tra la vita e la morte o la disabilità grave del nascituro”.
Spiegano i consiglieri comunali: “Per noi le cose vanno lette in un’ottica assolutamente diversa. Queste decisioni dettate da superficiali ragioni di appartenenza, di promesse elettorali dettate da ignoranza tecnica, di ambigue strategie politiche, con altrettanta noncuranza delle reali priorità e esigenze della salute dei cittadini e nello specifico delle nostre donne in gravidanza, porteranno a un ulteriore impoverimento del nostro territorio montano”.
E aggiungono: “Le dinamiche purtroppo negative iniziate dall’ottobre 2017, anno di chiusura del nostro punto nascita a Castelnovo Monti, fino ad arrivare ad oggi sono note a tutti. Nel nostro ospedale abbiamo rispettato sempre gli standard clinici e organizzativi, a partire dal numero adeguato del personale e dall’imprescindibile presenza dell’anestesista/rianimatore H24 con un’equipe composta da personale Medico-Ostetrico, Pediatra, Anestesista/Rianimatore, personale infermieristico in sala operatoria; in aggiunta, erano in essere sistemi di trasferimento materno e neonatale definiti STAM (Sistema di trasporto materno assistito) e STEN (Sistema di trasporto emergenza neonato). Questa era la nostra organizzazione che garantiva la completa efficienza e sicurezza per la donna e per il neonato”.
Ermanno Briglia, all’epoca direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione del Sant’Anna racconta come “già allora era presente un aggiornamento continuo per tutti gli operatori di cui sopra sulla Rianimazione Neonatale con la formazione di un Team Integrato. Ci tengo anche a specificare, che dal punto di vista strutturale e tecnologico sia il reparto che la sala operatoria rispondono ancora oggi agli standard di sicurezza. Anche la narrazione per cui la sicurezza è garantita in base ad una questione di numeri non è accettabile: fino al 2017 non si è mai verificato un incidente grave”.