Economia |
Economia
/

Seta, i sindacati: “Soci pubblici all’oscuro del piano di rilancio”

29 gennaio 2025 | 16:19
Share0
Seta, i sindacati: “Soci pubblici all’oscuro del piano di rilancio”

Cgil e Cisl si chiedono se abbia ancora senso, dato l’atteggiamento dell’azienda, a parlare per i territori di Reggio Emilia, Modena e Piacenza di trasporto pubblico”

REGGIO EMILIA – “La decisione di Seta di mettere in votazione all’interno del Cda il proprio piano industriale tenendo totalmente all’oscuro i soci pubblici dell’azienda è un pessimo segnale”. Lo affermano Cgil e Cisl che si chiedono “se abbia ancora senso, dato l’atteggiamento dell’azienda, parlare per i territori di Reggio Emilia, Modena e Piacenza di trasporto pubblico”.

Sottolinea Luca Chierici della segreteria Cgil: “L’idea che questo tipo di gestione sia una risposta dell’azienda alla legittima richiesta di presa visione preventiva del piano da parte dei sindaci e dei presidenti di Provincia dei territori soci si configura come un segnale di protervia ed insofferenza di Seta verso chi ha la responsabilità pubblica di far funzionare un sistema di trasporto pubblico di qualità. Abbiamo osservato un atteggiamento simile anche nel corso del 2024 quando, a fronte della disponibilità di Provincia e Comune di Reggio Emilia a rendere accessibile un’importante cifra destinata al miglioramento delle condizioni lavorative dei dipendenti, l’azienda ha lasciato passare mesi prima di esplicitare se fosse interessata o meno ad utilizzare tali risorse, risorse su cui ancora attendiamo di capire se vi sia un effettivo via libera della Corte dei conti e su cui chiediamo un riscontro in tempi brevi”.

Rincara la Cgil: “Questo modello di gestione di un’azienda pubblica è da respingere totalmente. Riteniamo doveroso che le Istituzioni chiedano conto al management aziendale, prendendo le dovute contromisure atte ad assicurare un’effettiva gestione pubblica del TPL locale. Ci aspettiamo, inoltre, che il piano industriale venga a breve presentato anche alle Organizzazioni sindacali, auspicando che siano previste le necessarie risorse economiche per dare risposte alle richieste avanzate dalle lavoratrici e dai lavoratori e per le quai sono già state presentate piattaforme rivendicative, solo parzialmente coperte nel corso del 2024 grazie agli accordi sindacali sottoscritti”.

La Cisl Emilia Centrale scrive invece: “Luci e ombre su Seta. Bene, guardiamo la luce, al singolare: Seta finalmente ha presentato un piano di rilancio, rispettando la scadenza indicata dai sindaci soci di Modena, Reggio e Piacenza. Le ombre, al plurale, sono in realtà tenebre: il vertice di Seta ha consegnato e discusso quel piano solo con il consiglio d’amministrazione, imponendo che i sindaci siano completamente tagliati fuori fino al 6 febbraio prossimo. Un fatto grave e pesante, riportato da tutta la stampa locale e che, se confermato, suona come uno schiaffo ai sindaci e a tutte le Comunità dei cittadini che rappresentano. Cittadini che, coi loro soldi, mantengono Seta e il trasporto pubblico locale”.

Per il sindacato “non è con gli sgambetti istituzionali e con la mancanza di rispetto che Seta risolverà i suoi problemi. Che sono tanti e sono enormi. Citofonare per conferma le centinaia di famiglie i cui figli, a causa delle corse cancellate, viaggiano su autobus pollai. Peraltro, la clausola di riservatezza in questo caso vale zero. Nel Cda dell’azienda siedono i rappresentanti nominati (o confermati) dai Sindaci, in virtù di un vincolo fiduciario e di trasparenza, che non può mai venire meno. Per cui, se i Sindaci convocassero i consiglieri che hanno nominato potrebbero serenamente ottenere la visione del Piano di rilancio. E se ciò non accadesse, i manuali suggeriscono la revoca del mandato”.

Per Cisl il punto centrale è che Seta è una società pubblica, sostenuta con soldi pubblici. Fingere che sia una semplice Spa e pretendere di applicare strumenti come la clausola di riservatezza “non sta in piedi e questo è ben chiaro a chiunque si sia preso la briga di sfogliare i contenuti pre e post riforma Madia. Ma c’è di più: la violenza con cui è stata imposta la clausola di riservatezza, quasi impone ai Sindaci di intervenire a tutela della trasparenza e delle Comunità che rappresentano. Seta è un patrimonio pubblico ma anche una grande criticità e di sicuro Seta non propone soluzioni sottraendosi alle prerogative di una società pubblica”.