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Seta, i sindacati: “Solo briciole per il nuovo contratto”

29 dicembre 2024 | 10:42
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Seta, i sindacati: “Solo briciole per il nuovo contratto”

Cisl, Uil e Ugl: “Ha offerto solo 600mila euro lordi all’anno e ha bruciato quasi 18 milioni per straordinari e sostituzione del personale in fuga”

REGGIO EMILIA – “I sindaci di Reggio, Modena e Piacenza hanno chiesto a Seta un piano industriale serio entro la metà di gennaio. Molto bene, è un fatto politico notevole. Sono tante le domande senza risposta, risposte che i sindaci ora vorranno avere. Seta dovrà fornire dati, usare trasparenza e soprattutto indicare gli investimenti per fermare l’emorragia di personale. Vorremmo capire come mai Seta ha offerto la cifra insufficiente di 600.000 euro lordi all’anno per un nuovo contratto aziendale, quando la stessa società è riuscita a bruciare quasi 18 milioni di euro per straordinari e sostituzione del personale in fuga. La foto perfetta di un modello aziendale che non sta in piedi”.

Lo scrivono Fit Cisl Reggio, Uil Trasporti e Ugl Autoferro che hanno passato in rassegna bilanci e numeri dell’azienda, scoprendo che il bacino di Reggio è quello dove si controllano meno le corse (-5.26% rispetto al 2022. A Piacenza c’è un +15%) e dove si fanno meno sanzioni a chi non paga il biglietto. Mentre a Modena si è sfiorato il 24% in più di sanzioni, a Reggio si registra un triste 0.85%.
Continuano i sindacati: “Impressiona anche il walzer delle matricole: negli ultimi 8 anni sono entrate 650 persone (su Reggio e Modena soprattutto), per ognuna di essere Seta ha speso all’atto dell’assunzione 5.000 euro (due visite mediche, divisa nuova, costi di affiancamento e formazione, burocrazia ecc.), il che significa che Seta ha dovuto investire 3.250.000 euro, perdendo poco tempo dopo buona parte delle matricole, a causa delle condizioni di lavoro impossibili”.

La ricerca di Fit, Uil Trasporti e Ugl Autoferro ha stimato il numero mostruoso di 980.000 ore di straordinario macinate in 10 anni su Reggio, Modena e Piacenza. Scrivono i sindacati: “Calcolando un valore medio di 15 euro all’ora, emerge un conto di 14.7 milioni di euro, divorati dalla mancanza di una programmazione professionale dell’azienda, che ha preferito spremere i lavoratori anziché costruire un modello vincente”.

Sono 10 i milioni di euro, invece, che nel bilancio 2019 erano inseriti per la manutenzione dei mezzi più vecchi, oggi sostituiti.  E per questo Fit Cisl Reggio, Uil Trasporti e Ugl Autoferro si chiedono “perché non vediamo rientrare quei soldi a favore di un nuovo contratto aziendale”.