
Il vicepresidente del Consiglio era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, secondo l’accusa, a 147 migranti di sbarcare, cinque anni fa, dalla nave della ong spagnola
PALERMO – Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, è stato assolto nel processo Open Arms in cui era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, secondo l’accusa, a 147 migranti di sbarcare, cinque anni fa, dalla nave della ong spagnola costringendoli a rimanere a bordo per 19 giorni.
Così ha deciso la seconda sezione penale del tribunale di Palermo presieduta da Roberto Murgia, giudici a latere Andrea Innocenti ed Elisabetta Villa. Il verdetto è arrivato dopo otto ore di camera di consiglio.
I pubblici ministeri Marzia Sabella, Geri Ferrara e Giorgia Righi avevano detto nella requisitoria: “Nell’agosto 2019 da ministro dell’Interno Salvini aveva l’obbligo di rilasciare senza indugio alla nave dell’Ong Open Arms il place of safety, il porto sicuro, per 147 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia. Invece, lasciandoli a bordo agì intenzionalmente e consapevolmente in spregio delle regole”.
“È passato il concetto che difendere i confini non è un reato ma un diritto, oggi è un bel giorno per l’Italia”, queste le prime parole a caldo del vicepremier pochi minuti dopo la lettura della sentenza.