Consulta legalità, la precisazione del referente provinciale di Libera

Giovanni Mattia: “Non intendevo dire, che i ragazzi e le ragazze di origine calabrese hanno minore consapevolezza del fenomeno mafioso, ma anzi hanno una conoscenza maggiore di quanto è accaduto nel nostro territorio”
REGGIO EMILIA – Relativamente al nostro articolo “Mafie, Reggio Emilia riattiva la consulta della legalità“, Giovanni Mattia, referente provinciale di Libera, ci tiene a precisare una sua affermazione: “Facendo riferimento a quanto detto dal presidente della Corte di Aemilia, segnalavo che un tema da poter approfondire dalla Consulta e non solo, anche con il supporto di esperti e studiosi, riguarda le dinamiche interne alla società reggiana e alla sua componente di origine calabrese: un tema spesso affrontato con superficialità e strumentalizzazioni, senza la necessaria attenzione e a tratti anche attraverso stereotipi e pregiudizio”.
Continua Mattia: “Evidenziavo che, negli incontri formativi che organizziamo nelle scuole della provincia, notiamo una maggiore consapevolezza del fenomeno ed interesse ad approfondire il tema da parte di studentesse e studenti di origine calabrese, più ampia anche di quella mediamente dimostrata dalla società reggiana nella sua interezza, che, come evidenziato dai risultati dell’indagine statistica pubblicata nel report “Mafia reggiana” di Libera, è conscia della presenza mafiosa, ma ha una scarsa conoscenza di quanto accaduto e dimostrato da Aemilia e dai successivi processi”.
E conclude: “Non ho quindi detto, o non intendevo dire, che i ragazzi e le ragazze di origine calabrese che abbiamo incontrato nelle scuole in questi anni hanno minore consapevolezza del fenomeno mafioso, ma anzi hanno una conoscenza maggiore di quanto è accaduto nel nostro territorio, fornendoci spesso spunti e aneddoti utili al confronto nelle classi”.