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Strage di Bologna, la procura chiede l’ergastolo per Bellini

9 maggio 2024 | 12:15
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Strage di Bologna, la procura chiede l’ergastolo per Bellini

Il procuratore generale Proto: “Delitto inconfessabile e infestato da depistaggi. Video dimostra che uomo in stazione era Bellini”

REGGIO EMILIA – La Procura generale di Bologna chiede la conferma della condanna all’ergastolo per Paolo Bellini, l’ex esponente di Avanguardia nazionale accusato di concorso nella strage del 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria del capoluogo emiliano.

Questa la richiesta avanzata dal sostituto pg Nicola Proto alla Corte d’Assise d’appello bolognese. Bellini è accusato di aver commesso l’attentato in concorso con gli ex Nar già condannati e con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, questi ultimi deceduti e non più imputabili, ma ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori della strage.

Proto si occuperà invece nella prossima udienza, fissata per le 10 del 22 maggio, delle posizioni dell’ex capitano dei Carabinieri Piergiorgio Segatel, condannato in primo grado a sei anni per depistaggio, e dell’ex amministratore di alcuni immobili di via Gradoli a Roma Domenico Catracchia, condannato in primo grado a quattro anni per false informazioni al pubblico ministero. La prossima udienza sarà quindi dedicata alla conclusione della requisitoria, che dovrebbe durare mezz’ora o poco più, e alle arringhe dei legali di parte civile.

“Delitto inconfessabile e infestato da depistaggi”
La strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna “è un delitto inconfessabile”, e l’intera vicenda “è infestata dai depistaggi”, due circostanze che “ostacolano la ricostruzione di ogni singolo ruolo” di chi prese parte all’attentato. A dirlo, nel corso della sua requisitoria nel processo d’appello a carico di Paolo Bellini, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia, è il sostituto pg di Bologna Nicola Proto. In primo grado Bellini è stato condannato all’ergastolo per concorso nella strage, Segatel a sei anni per depistaggio e Catracchia a quattro anni per false informazioni al pubblico ministero. Proto si sofferma poi sull’alibi di Bellini, sottolineando che “al dibattimento è stato accertato che si precostituì l’alibi utilizzando anche la nipote Daniela, fatto particolarmente agghiacciante”.

E la caduta di questo alibi, aggiunge, “diventa una prova a carico: quindi noi non solo abbiamo la prova della presenza di Bellini in stazione, ma anche un alibi precostituito, che serviva a toglierlo da Bologna”. Il sostituto pg in seguito affronta il tema dei rapporti dell’imputato con i Servizi deviati e l’ambiente della destra eversiva, ricordando che il suo nome, anche se riportato come ‘Giorgio Bellini’, figurava nell’agenda dell’ex Nar Gilberto Cavallini, condannato all’ergastolo in primo e secondo grado per concorso nella strage. E “il collegamento con i Servizi- aggiunge Proto- passa anche dai rapporti con l’allora procuratore capo di Bologna Ugo Sisti, che era strettamente legato ad Aldo Bellini (padre di Paolo, ndr), al senatore del Msi Franco Mariani e al generale Pietro Musumeci”. La requisitoria riprenderà nel pomeriggio, e dovrebbe esaurirsi nell’udienza odierna.

“Video dimostra che uomo in stazione era Bellini”
Le immagini girate il 2 agosto 1980 dal turista Harald Polzer “dimostrano senza alcun dubbio che il soggetto identificato come Paolo Bellini quel giorno era in stazione a Bologna”. È uno dei passaggi della prima parte della requisitoria del sostituto pg di Bologna Nicola Proto nel processo d’appello a carico di Bellini, accusato di concorso nella strage del 2 agosto 1980, di Piergiorgio Segatel e di Domenico Catracchia, imputati rispettivamente di depistaggio e di false informazioni al pubblico ministero. Il sostituto pg si è anche soffermato sull’attendibilità dell’ex moglie di Bellini, Maurizia Bonini, che dopo averlo coperto per 40 anni ha fatto cadere il suo alibi per il giorno della strage, riconoscendolo come l’uomo ripreso in stazione il 2 agosto. Per Proto, anche se “è vero che in passato Bonini ha mentito”, la sua testimonianza ora è da ritenere credibile.