Liguria, Signorini: comportamenti inappropriati, nessuna corruzione

L’ex presidente del porto e attuale ad sospeso di Iren è in carcere dallo scorso 7 maggio, ora spera di passare ai domiciliari
GENOVA – Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Authority portuale di Genova e Savona e amministratore delegato sospeso di Iren, è arrivato in tribunale poco dopo le 13. E’ stato trasportato dal carcere di Marassi, dove è recluso dal 7 maggio, a bordo di un furgone della polizia penitenziaria, scortato da un’auto della polizia.
L’interrogatorio è durato circa tre ore, significativamente meno di quello di Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria. All’uscita dal tribunale, il legale di Signorini, Enrico Scopesi, ha espresso una moderata soddisfazione, affermando: “Nei limiti della situazione, siamo moderatamente soddisfatti. Gli addebiti sono relativamente pochi e non è stato un interrogatorio lungo. Ha risposto a tutto e ha respinto fermamente gli addebiti di corruzione”.
Signorini ha respinto immediatamente le accuse di corruzione e l’addebito di aver asservito la funzione pubblica a interessi privati. L’ex presidente ha riconosciuto l’inappropriatezza della sua frequentazione con Aldo Spinelli, definito un amico da Signorini stesso. “Col senno di poi, riconosce oggi che fossero comportamenti non appropriati”, ha aggiunto Scopesi.
Dopo l’arresto, Signorini aveva chiesto tempo per esaminare attentamente i documenti dell’accusa e definire la sua strategia difensiva. La breve durata dell’interrogatorio odierno potrebbe suggerire una strategia ben preparata e mirata a respingere rapidamente le accuse principali.