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Folgorati dagli AC/DC, la discesa agli inferi dei 103mila del Campovolo

25 maggio 2024 | 21:46
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Folgorati dagli AC/DC, la discesa agli inferi dei 103mila del Campovolo

L’hard rock della band australiana scuote il pubblico della Rcf Arena che balla, in un rito pagano, con i suoi cappellini da diavolo

REGGIO EMILIA – Partono le prime note di “If you want blood” e i 103mila della Rcf Arena restano letteralmente Thunderstruck, folgorati, dal muro di suono degli AC/DC. Le note scuotono il pubblico che balla, in un rito pagano, con i suoi cappellini da diavolo disposto a farsi accompagnare, da Angus Young e soci, in questa autostrada per l’inferno che gli farà ripercorrere l’oltre mezzo secolo di storia della band australiana.

Ma non c’è un attimo di respiro perché, subito dopo, parte “Back in Black” con i decibel che, letteralmente, fanno vibrare le budella ai fan del Campovolo. Si passa per “Demon Fire Shot Down in Flames” e poi si arriva a “Thunderstruck” con il suo inconfondibile assolo iniziale di chitarra. Poi è la volta di “Have a drink on me”.

AC/DC

Ma è quando suonano le campane a morto di “Hells Bells” che il pubblico va letteralmente in visibilio ed inizia la discesa agli inferi dei 103mila della Rcf Arena da cui nessuno vorrebbe più risalire in compagnia della band e, magari, anche del compianto ex vocalist Bon Scott e di Malcolm Young che, sicuramente, in questo momento stanno brindando con i 100mila del Campovolo.

E’ poi la volta di Shot in the dark e di Stiff upper lip. Intanto si sta facendo buio e il colpo d’occhio della platea, con i cappellini da diavolo dei fan che luccicano nel buio e ballano in un sabba sfrenato, è meraviglioso. Arriva la celebre You Shook Me All Night Long e mai titolo è stato più appropriato per una notte come questa.

Continua il florilegio di canzoni che narrano della storia dell’hard rock. Il suono è potente e perfetto, l’esecuzione impeccabile, l’energia è pazzesca considerando che il chitarrista Angus Young ha 69 anni e il cantante, Brian Johnson, quasi 77. Una dimostrazione di quanto, dopo due ore di concerto, sia ancora integro, la dà proprio Angus che, al termine di Let There Be Rock, improvvisa da solo, davanti al pubblico, un assolo di chitarra di dieci minuti lasciando ai suoi compagni il tempo di riposare.

Si fa tutto il palco su e giù, fermandosi più volte e tendendo l’orecchio verso il pubblico per sentirne il boato. Alla fine si sdraia a terra e piroetta su stesso con la chitarra in mano, continuando il suo assolo sfrenato. Mostruoso. C’è il tempo per i bis: T.N.T. e For Those About to Rock. Si chiude con i fuochi d’artificio e i cannoni sul palco che sparano a salve. Il sabba è finito, andate in pace.