Elezioni, Salvini: “Hanno paura, contro Tarquini un’ammucchiata”

Selfie e strette di mano con la gente nel giorno di mercato: “Sicurezza, il Comune impieghi meglio gli agenti di Polizia locale, che non servono solo a fare multe”
REGGIO EMILIA – Per la presentazione della lista del Carroccio alle prossime elezioni, era atteso alle 11.30 all’hotel “Posta” di Reggio Emilia. Già da poco dopo le 10, però, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini si è tuffato nel mercato cittadino insieme al candidato sindaco del centrodestra Giovanni Tarquini, facendo incetta di selfie e strette di mano con la gente.
Ad avvicinarlo soprattutto cittadini stranieri a cui l’esponente del Governo ha detto: “Quelli come voi che sono qua per lavorare e studiare sono miei fratelli. Quelli che fanno casino vanno via”. Più tardi Salvini ha aggiunto: “Mi ha fatto piacere che mi si siano avvicinati molti cittadini stranieri che lavorano e non vogliono finire nell’elenco di quelli che spacciano e fanno casino e anche loro non ne possono più dell’insicurezza di alcuni quartieri della città, perché la sicurezza non ha nulla a che fare con il colore della pelle”.

A proposito di sicurezza – a Reggio un tema molto sentito che ha tenuto banco a lungo nella campagna elettorale – il ministro aggiunge: “Noi abbiamo rimesso in strada 1.800 ragazzi delle forze dell’ordine, ma è chiaro che non si può mettere un poliziotto o militare per ogni cittadino. Anche il Comune deve fare il suo, ad esempio impiegando meglio gli agenti di Polizia locale, che non servono solo a fare multe”.
Giovanni Tarquini, sostenuto oltre che dalla Lega anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia, “è un candidato sindaco credibile, un professionista stimato, senza tessere di partito in tasca ma alternativo ad un certo tipo di sistema. Poi dopo 80 anni sta ai cittadini è il bello della democrazia”, afferma ancora Salvini. “Come Lega abbiamo in lista donne e uomini che amano questa città e c’è voglia di cambiamento. Sono stato quasi un’ora e mezzo tra i cittadini al mercato. Le sensazioni sono positive”.

Anche il campo largo della sinistra, che riunisce a sostegno di Marco Massari M5s, Azione, Italia Viva e Pd, viene visto come un buon segno dal ministro: “A Roma non si sopportano e volano i piatti, il fatto che qui si siano ammucchiati insieme vuol dire che hanno paura di perdere la poltrona”. Salvini, promettendo che tornerà a Reggio in caso di ballottaggio (“se non vinciamo al primo turno perché la battaglia è difficile ma non impossibile”) chiede infine solo una cosa a Tarquini: “Se vinciamo in Comune devono lavorare i professionisti bravi, non quelli amici”.
Poi, come con il governatore della Liguria Giovanni Toti, il ministro Matteo Salvini, esponente della Lega, è garantista anche con il segretario reggiano del Carroccio Salati, che amministrava un consorzio di aziende edili alcune delle quali non ammesse alla white list perché coplite da interidittive antimafia. “In un Paese civile- sottolinea il ministro- si è colpevoli di qualcosa se si viene condannati. Sospetti, dicerie, voci, valgono meno di zero”. Anche a Reggio, ricorda Salvini, “quanti sospetti e odore di ‘ndrangheta ci sono stati per il centrosinistra, ma non basta il dubbio”. Del resto, conclude Salvini, “parla uno che è rinviato a giudizio e rischia la galera per aver bloccato gli sbarchi”.

Sull’immigrazione ha aggiunto: “Anche in Emilia-Romagna serve un centro per le espulsioni, perchè altrimenti lo spacciatore preso a Reggio ti saluta e ti ringrazia, invece di salire su un aereo con un bliglietto di solo ritorno. Su questo, sulla sicurezza, bisogna che il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini si metta d’accordo con se stesso”.
Infine una battuta anche sulla diga di Vetto. Dice: “Da decenni sento parlare i ‘compagni’ della diga di Vetto che serve a dare ossigeno e speranza ai produttori di Parmigiano reggiano. Dopo anni di nulla abbiamo finanziato con milioni la progettazione e quindi conto che il progetto migliore – che decideranno gli ingegneri e non i politici – possa partire e che anche Reggio abbia diritto all’acqua e al futuro che hanno tante altre regioni”.
“Di una cosa potete stare certi – dice ancora il ministro – se investiremo il vostro denaro per questa diga, non sarà per fare qualcosina, ma per un’opera che porti davvero l’acqua che serve” (Fonte Dire).