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Dall’Olio (Avs): “Comuni emiliani via da Iren, tanto non controllano”

8 maggio 2024 | 14:21
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Dall’Olio (Avs): “Comuni emiliani via da Iren, tanto non controllano”

Il candidato parmense alle elezioni europee: “Azienda opaca e slegata dal territorio”

REGGIO EMILIA – Comuni emiliani escano da Iren. Lo chiede Nicola Dall’Olio, candidato parmense alle elezioni europee per l’alleanza Verdi-Sinistra, all’indomani dell’arresto dell’amministratore delegato Paolo Signorini con le accuse di corruzione.

“Da tempo denuncio l’opacità e la perdita di legame con il territorio di Iren e penso che non abbia più senso per i Comuni emiliani rimanere dentro ad una società quotata in borsa che non controllano, che non risponde agli utenti e i cui centri decisionali si sono spostati a Genova e Torino”, afferma Dall’Olio.

Per quanto riguarda l’ad, il candidato commenta poi: “Sebbene i reati contestati, ancora al vaglio della magistratura, riguardino attività precedenti all’incarico in Iren, i comportamenti e lo stile di vita che emergono ci appaiono incompatibili con chi dovrebbe gestire i servizi pubblici locali e mettono in luce la mancanza di capacità di verifica e controllo da parte dei Comuni”.

Che gli enti locali possano fare ben poco per “intervenire sulle politiche aziendali e tutelare gli interessi dei cittadini” è poi dimostrato per dall’Olio anche dalla vicenda del teleriscaldamento di Parma e Piacenza. “Nonostante le ripetute richieste degli utenti e un’indagine aperta dall’Antitrust per abuso di posizione dominante, Iren ha continuato ad applicare il prezzo del gas al calore prodotto dai termovalorizzatori facendo di fatto pagare due volte gli utenti, prima con la Tari e poi con le bollette”.

A questo “si deve aggiungere la totale mancanza di trasparenza della multiutility: con il pretesto di proteggere dati sensibili per una società quotata in borsa, Iren non fornisce informazioni nemmeno ai consiglieri dei Comuni soci che dovrebbero avere invece pieno accesso”.

Di fatto, dice quindi dall’Olio, “si comporta come una multinazionale del settore slegata da qualsiasi vincolo pubblico e territoriale”, mentre “l’unico vero ritorno per il Comune ad essere azionista sono i dividendi e le sponsorizzazioni, in un rapporto malato dove chi dovrebbe essere controllato droga il controllore con soldi presi dalle tasche dei cittadini attraverso i servizi che gli sono stati affidati”.

Insomma, conclude il candidato di Verdi e Sinistra, “il solo modo per sciogliere questo nodo è tagliarlo. Se i Comuni non hanno modo di controllare i vertici e di condizionare le politiche aziendali, dovrebbero prenderne atto e uscire dall’azionariato per riappropriarsi della gestione e del controllo dei propri servizi pubblici, a cominciare dal servizio idrico integrato”.